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Bel tipo l’italiano, con bandiera o senza, o con tutte e due. Geniale e remissivo, spaccone e timido, “italiano brava gente” o colonialista con gas nervino, interessato, secondo Tabucchi, a una pericolosa trasformazione antropologica

Bel tipo l’italiano, con bandiera o senza, o con tutte e due. Geniale e remissivo, spaccone e timido, “italiano brava gente” o colonialista con gas nervino, interessato, secondo Tabucchi, a una pericolosa trasformazione antropologica resa evidente da quello che sembra essere il suo modello, “una specie di divinità… un dio tutto nuovo, sconosciuto”, la cui religione è “un’assenza di religione e dunque…privo perfino di sostanza…” e in tale mancanza consiste la sua forza straordinaria, “superiore a qualsiasi ismo e a qualsiasi esimo, cristianesimo, ebraismo, buddhismo, islamismo, scintoismo, taoismo”, da poter partecipare “di tutti questi non essendo nessuno… contemporaneamente visibile e illusorio…” (‘Tristano muore’, Feltrinelli). A ‘L’italiano’ (Einaudi) è dedicata l’ultima fatica di Sebastiano Vassalli, che verrà presentata con l’autore da Anna Benedetti e Piero Gelli, mercoledì 10 ottobre, alla Biblioteca comunale centrale di via Sant’Egidio 21, per il ciclo ‘Leggere per non dimenticare’. Per consolarsi insieme a Vassalli qualcosa della genialità italica, tra vizi e virtù, è molto presente in ‘L’ultima è sempre la migliore’, un bel carteggio tra lo scrittore poliziottoAntonio Pizzuto e Alberto Mondadori, pubblicato da Polistampa e da poco in libreria. Intanto ne parliamo direttamente con Sebastiano Vassalli. Nel suo nuovo libro punta con undici storie a disegnare il profilo dell’identità del nostro paese.“Sono nato negli anni della seconda guerra mondiale e cresciuto in un Paese che dopo l’ubriacatura del ventennio fascista era stato cancellato come una lavagna. Sono cresciuto in mezzo a gente convinta di non avere un’identità nazionale, persuasa che l’Italia non fosse una nazione e dove addirittura si vedeva perfino guardati con sospetto a nominare l’aggettivo nazionale o la parola nazione”.
Data recensione: 07/10/2007
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Michele Brancale