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Un libro che si legge tutto d’un fiato: lo ha scritto Duccio Magnelli, titolo "La morte allo specchio", ed è edito da Polistampa (pp.95,

ROMA aise - Un libro che si legge tutto d’un fiato: lo ha scritto Duccio Magnelli, titolo "La morte allo specchio", ed è edito da Polistampa (pp.95, 8.50 euro). Un giallo che alle tinte noir aggiunge quelle del romanzo psicologico: la narrazione, scarna e scorrevole, viene proposta interamente con un unico punto di vista, quello interno del protagonista, che è anche l’artefice del misfatto. Un uomo annoiato dalla vita ordinaria, sposato da anni e con due figli, incontra una sera una ragazza, le dà un passaggio in macchina e, spinto dalla situazione, le fa delle avances. Il rifiuto della donna lo trasforma in un assassino, che con freddezza e metodicità nasconde il cadavere in un bosco, getta in un fiume i documenti della giovane e, come se niente fosse, segue sui quotidiani e in tv lo svolgersi delle indagini, convinto di aver compiuto il delitto perfetto. Ma tanto perfetto non sarà, se a far vacillare le sue sicurezze basterà l’incontro della sorella gemella della giovane uccisa. Un incontro sconvolgente per il protagonista, che lo porterà a tentare di commettere per la seconda volta il gesto che alla fine lo conduce verso una vera e propria ossessione. Il libro ha un suo ritmo che va crescendo e che raggiunge un apex nel finale quando improvvisamente, con lo scioglimento, trova un punto di equilibrio. La normalità iniziale nella quale vive il protagonista viene inizialmente rotta da un omicidio non premeditato che tuttavia non scompone più di tanto l’assassino, in grado poche ore dopo e a mente fredda di racchiudere la straordinarietà dell’evento nell’aura di ordinarietà che lo contraddistingue: "Sto guardando il notiziario regionale mentre addento un panino nella pausa pranzo. Non volevo certo ucciderla, ma si sa come vanno queste cose: l’autostop, uno ci prova, lei non ci sta, poi si perde la testa e succede il fattaccio". Pura normalità dunque, fatta di un lavoro che annoia, una famiglia ingombrante, una moglie che richiama attenzioni, il solito traffico, i soliti colleghi: "Il tempo scorre sempre troppo lentamente qua dentro. Il mio compito è ricopiare un numero infinito di relazioni che mi arrivano a getto continuo da qualcuno dei mille uffici dell’azienda. Nient’altro da fare. Qualche volta capita anche qualcosa di più interessante, ma in genere è sempre così, cinque giorni la settimana. Non il sabato, che generalmente mi esaurisco a fare la spesa con Silvia, a portare i bambini ai giardini pubblici. La domenica poi si perde in dormite più lunghe, in colazioni infinite, in pranzi dai suoceri o dai genitori. Poi, il lunedì si ricomincia". E ancora: "I giorni si assomigliano tutti. Neanche un assassinio è riuscito a cambiare la mia vita. Dopo un momento di eccitazione e di paura, tutto è tornato come prima. Il quotidiano è difficilissimo da distruggere. La famosa scarica di adrenalina è durata pochissimo". Ma, lentamente, la tranquillità che il protagonista si autoinfonde - "Direi che è andata abbastanza bene. Sono un incensurato, sono uno come tanti, non ho lasciato tracce del mio passaggio e sono un normalissimo impiegato" - svanisce e qualcosa inizia a cambiare: la polizia fa le prime ricostruzioni esatte, la ragazza uccisa viene identificata e si scopre che abitava a pochi passi dalla casa del protagonista; la sorella gemella dell’uccisa va a lavorare a stretto contatto con l’assassino. Iniziano allora le prime notti insonni, le prime azioni inconsulte e non volute. Sale la tensione e la suspense diventa preponderante in un crescendo di emozioni e sentimenti che mischiano la paura ai sospetti, il terrore alla diffidenza e che non permettono tuttavia mai di comprendere fino in fondo qual è effettivamente la realtà, di percepire il confine tra verità e dubbio, perché gli eventi sono filtrati tutti dall’unica prospettiva dell’io narrante. Non è un caso allora la scelta del titolo, "La morte allo specchio", che racchiude in pochi termini il senso di tutta la vicenda, basata su una continua analisi, allo specchio appunto, che il protagonista fa di se stesso e delle sue azioni: specchio che separa la realtà dalla fantasia, due mondi divisi da una lamina così sottile da risultare spesso indecifrabile. (stefania del ferraroaise)
Data recensione: 17/07/2007
Testata Giornalistica: Aise
Autore: Stefania Del Ferraro