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"Chi pensa di vincere, probabilmente vince". Anche sulle malattie.

"Chi pensa di vincere, probabilmente vince". Anche sulle malattie. È questo il più forte messaggio del libro di David Polo e di Alessandro Virgili, Epatite C. Itinerario di una guarigione (Ed. Polistampa, pp. 120, euro 10), rivolto soprattutto a chi deve combattere contro una malattia grave e una terapia pesante. Venerdì 11 maggio alle 18.30 i due autori presenteranno il loro volume a Firenze presso la Galleria Pio Fedi (via de’ Serragli). Interverranno il Presidente del Consiglio della Regione Toscana Riccardo Nencini e il gastroenterologo Stefano Milani, modererà il giornalista Francesco Colonna e saranno presenti gli Autori e l’Editore. Il libro è quanto mai carico di entusiasmo, anche se le premesse suggerirebbero il contrario: la difficile esperienza di Polo ha inizio nel fatidico luglio del 1973, all’età di quattordici anni, con un drammatico incidente occorso alla macchina in cui viaggia con la famiglia, cui soltanto lui sopravvive. Riceve delle trasfusioni di sangue infetto, ma solo alcuni anni dopo scopre di aver contratto l’epatite C. Nel febbraio 2002 viene poi diagnosticata al cognato Virgili un’epatite di probabile origine autoimmune. Questa scoperta spinge quest’ultimo a fare una promessa che appare più che altro una speranza, un desiderio: "... se guarisco - dice alla moglie - scrivo un libro". A oggi è guarito soltanto Polo, ma il cammino che lo ha portato alla sconfitta del virus dell’epatite lo ha percorso costantemente insieme al cognato, tanto che la vittoria di uno è diventata la vittoria di entrambi. E si sa che le promesse vanno mantenute. Solitamente la malattia è associata al dolore, alla negatività, alla morte. Polo e Virgili l’hanno invece accolta come un dono, un’occasione per riflettere sullo stile di vita che si conduce, per riscoprire i valori veri e per riassaporare i piccoli piaceri della vita. David Polo, private banker, e Alessandro Virgili, padre e allenatore dei campioni di tennis Alexia e Adelchi nonché figlio del grande calciatore viola Giuseppe Virgili "Pecos Bill", sono un esempio di come a volte ci si debba scontrare con la malattia e con i suoi impietosi ritmi prima di poter riconoscere le vere priorità dell’esistenza umana. Il volume illustra tutto il percorso di guarigione di David Polo: solitamente per contrastare il virus i pazienti si sottopongono a una terapia interferonica, debilitante quanto quella chemioterapica. Ben il 40% dei malati la abbandona perché costretto a rinunciare alla propria vita per un anno intero e perché ha gravi effetti collaterali depressivi. Polo, invece, già al sesto mese azzera il virus, dedicando i restanti 6 mesi della terapia alla stabilizzazione. I due cognati attribuiscono il merito di questa vittoria alla cura interferonica associata all’assunzione di integratori, non solo alimentari ma anche affettivi, come il sostegno e l’incitamento dei familiari e degli amici, tanto che oggi si sono riscoperti come due persone nuove, anche nel rapporto che li lega, un tempo formale (e forse superficiale) e oggi così profondo. Da qui il desiderio di comunicare a tutti il loro raggiungimento della felicità e portare il messaggio che si guarisce solo se si è convinti di poterlo fare.
Data recensione: 08/05/2007
Testata Giornalistica: RDF 102.7
Autore: ––