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Il tema è quello dell’amore assoluto, declinato nella mistica di Maria Maddalena de’ Pazzi «amante dell’amore in Cristo» come recita la lapide in borgo San Frediano. il luogo è il

Il Seminario Maggiore di piazza Cestello apre al pubblico. Una mostra sulla mistica carmelitanaIl tema è quello dell’amore assoluto, declinato nella mistica di Maria Maddalena de’ Pazzi «amante dell’amore in Cristo» come recita la lapide in borgo San Frediano. il luogo è il Seminario maggiore arcivescovile di piazza del Cestello nell’Oltrarno, vasto complesso religioso chiuso al pubblico. Da oggi al 20 luglio i visitatori avranno l’occasione di scoprire i suoi spazi, i due cortili interni e l’ex refettorio con il grande affresco di Bernardino Poccetti con la Cena di Gesù dopo il digiuno nel deserto appena restaurato con la direzione di Mirella Branca, grazie alle celebrazioni per il IV centenario della morte di santa Maria Maddalena de’ Pazzi. Un evento celebrativo che propone una mostra iconografia legata alla storia e all’esperienza spirituale di singolare figura di mistica carmelitana, morta a 41 anni il 25 maggio 1607, dopo 24 anni, 3 mesi e 25 giorni di rigorosa clausura, abitata da fenomeni straordinari di visioni estatiche legate al suo impellente bisogno di «amore non amato», come recita il titolo della mostra. Un’eredità spirituale ripercorsa attraverso 28 dipinti tra ’600 e ’700 che raccontano dall’adolescenza alla maturità la figura di Caterina, figlia di una delle più importanti famiglie nobili fiorentine, entrata in monastero di clausura di santa Maria degli Angeli (in piazza del Cestello) a 16 anni con il nome di suor Maria Maddalena. la particolarità della sua intensa esperienza di visoni legate al Cristo, le sue estasi e i dialoghi con le consorelle, si leggono nei dipinti del suo pittore ufficiale Francesco Curradi, nelle tele della miriade di artisti che – dopo la canonizzazione di papa Clemente IX nel 1669 – la raffigurano secondo i dettami rigorosi della pittura della Controriforma. E se la sua consacrazione più alta resta nella cappella Borgo Pinti nel 1684, da Santi Tito (che la raffigurò sedicenne) a Luca Giordano, da Livio Mehus, Carlo Dolci, Camillo Sagrestani, Cipriani, Andrea Sacchi, Cellini, Volterrano tra i tanti pittori che la celebrarono. Molti dei quali si possono ammirare nella rassegna curata da Piero Pacini nella sede del Seminario, accanto all’esposizione delle reliquie della santa provenienti dal Monastero delle Suore carmelitane di Careggi. Ricchissimo il calendario delle celebrazioni religiose che culmineranno il 25 maggio in Duomo con il cardinale Antonelli (ore 18), oltre a convegni, itinerari guidati in città. La mostra Maria Maddalena de’ Pazzi – Santa dell’“Amore non amato” è a ingresso gratuito al lungarno Soderini 19;. Catalogo Pagliai.
Data recensione: 19/05/2007
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Mara Amorevoli