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È una notizia che farà scalpore negli stabbioli e fra i trogoli di tutto il mondo: finalmente anche i maiali- dalla cinta senesa che ha corso il pericolo di estinguersi, alla Large White dello Yorkshire che, a forza di ingrassare, corre il

È una notizia che farà scalpore negli stabbioli e fra i trogoli di tutto il mondo: finalmente anche i maiali- dalla cinta senesa che ha corso il pericolo di estinguersi, alla Large White dello Yorkshire che, a forza di ingrassare, corre il pericolo di non muoversi più- hanno un loro dizionario porchereccio. Per la verità suini e scrofe non sono mai stati ignorati da artisti e letterati, visto che Lorenzetti mise una cinta nell’Allegoria del Buon Governo di Siena, e considerando che G. C. Croce stampò a Ferrare nel 1594 “L’eccellenza et trionfo del porco”. È però la prima volta che qualcuno ha pensato di buttar giù un dizionari- dalla A alla Z, dall’Arista allo Zampone- che raccolga etimologia, modi di dire, segreti, i molti nomi di uno stesso prodotto (...migliaccio, sanguinaccio, roventino), nonché antiche e nuove ricette di affettati, biroldi, burischi, rigatini, sbriciolone, pieducci, rostinciane, salsicce e sambudelli.
L’idea, e l’eccellente risultato, appartengono al grevigiano Alessandro Bencistà, studioso e fondatore del Centro Tradizioni Popolari Toscane, cui si devono anche altre opere, come ad esempio un Vocabolario della Val di Greve. Nel porchereccio volume ( Alessandro Bencistà, Il maiale dall’Arista allo Zampone, Edizioni Polistampa) non mancano i popolari proverbi, uno dei quali rende giustizia a un animale ritenuto immondo perché abituato a grufolare nel sudiciume: “Porco pulito, non fu mai grasso”.
Data recensione: 01/11/2007
Testata Giornalistica: Toscana Qui
Autore: Giorgio Batini