chiudi

Nel 1978 il giudice Piero Luigi Vigna fu bersaglio del terrorista Marco Donat Cattin. È quanto emerge dalle parole dello stesso procuratore che, nel suo nuovo libro Intervista con la legge (ed.

Firenze, 17 aprile 2007 - Nel 1978 il giudice Piero Luigi Vigna fu bersaglio del terrorista Marco Donat Cattin. È quanto emerge dalle parole dello stesso procuratore che, nel suo nuovo libro Intervista con la legge (ed. Polistampa, pp. 128, euro 13), per la prima volta rivela questo e altri episodi della propria vita di magistrato. A pagina 42, alludendo inequivocabilmente al famoso brigatista di Prima Linea, narra l’agghiacciante aneddoto con queste parole: «Un terrorista rosso che è morto, uscito dal carcere, cercando di aiutare un automobilista in autostrada, al termine di un interrogatorio mi disse: "Lei a Firenze, giocava a tennis". "No", gli risposi "non ho mai giocato a tennis in vita mia". Il giovane insisteva e alla fine mi specificò che io giocavo a tennis nel lungarno Colombo di Firenze. Mi ricordai, allora, che andavo lì a prendere mia figlia che giocava a basket. E gli chiesi: "Come è che lei sa che andavo nel lungarno Colombo?". Rispose: "Perché le sono venuto dietro tre volte per spararle in testa, ma non ho mai trovato il momento opportuno"». Piero Luigi Vigna è oggi in grado di circoscrivere questo tentato omicidio al 1978, quando stava concludendo le sue indagini proprio su Prima Linea, indagini che avrebbero portato al processo ben 110 imputati, molti dei quali poi condannati. «P.L. in quel periodo - afferma Vigna - studiava da vicino ogni mio passo: tutte queste cose le ho sapute dopo, quando nei covi della frangia delle Brigate Rosse furono ritrovate fotografie di casa mia e moltissime tracce di uno studio approfondito». Piero Luigi Vigna ha ricoperto un ruolo importantissimo nell’ambito dell’amministrazione della giustizia: nelle vesti di magistrato, di pubblico ministero per circa quarantasei anni e di procuratore nazionale antimafia negli ultimi otto e mezzo. Oggi racconta, per la prima volta attraverso le pagine di un libro, la sua straordinaria carriera e le molte vicende della recente storia italiana con essa intrecciate. Il volume, prendendo spunto da una serie di 12 incontri con gli studenti universitari delle facoltà di Giurisprudenza di Firenze, Pisa e Siena, approfondisce argomenti ancora oggi scottanti e urgenti: dalla legittima difesa alla sicurezza urbana, dalla bullismo alle vittime della criminalità, dal terrorismo alla mafia cinese, dalla libertà personale alla certezza della pena, dalle intercettazioni alle indagini sotto copertura.
Data recensione: 18/04/2007
Testata Giornalistica: AGIM
Autore: Irene Gherardotti