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La poesia è un mondo tutto da esplorare. Versi, rime, metafore e simbologie a volte creano un muro difficile da scavalcare, soprattutto per chi si avvicina con poca fiducia. Ma la funzione della

La poesia è un mondo tutto da esplorare. Versi, rime, metafore e simbologie a volte creano un muro difficile da scavalcare, soprattutto per chi si avvicina con poca fiducia. Ma la funzione della poesia e della sua forza rivelatrice ha da sempre avuto effetti soggettivi ma anche sociali. Firenze è stata, negli anni a cavallo delle due guerre mondiali, il terreno più fertile e fecondo per il testo poetico. Ci possiamo dimenticare di Mario Luzi? Del passaggio di Eugenio Montale alle Giubbe Rosse o della lirica di Alessandro Parronchi? Non si può e non si deve. Ma non sono solo i tempi passati a ricevere la gratitudine dell’attenzione, anche oggi la poesia esiste. Michele Brancale esce allo scoperto proprio in questi giorni con un’opera poetica dalle eccezionali potenzialità. Una prima raccolta di liriche per il giornalista fiorentino che ha trovato nel verso un mezzo alternativo di comunicare oltre le colonne del quotidiano per cui lavora. “Fontana d’acciaio”, pubblicato da Edizioni Polistampa, permette in cinque quadri-capitoli che la parola sgorghi leggera e precisa, scorrendo dal mondo interiore dell’autore verso la complicità con il lettore. Un coraggioso atto questa pubblicazione, che si unisce alle tante difficoltà di autori e editori per la promozione dei testi poetici. Una dimostrazione che la poesia non è sotterrata nel ricordo ma è presente e più viva che mai, soprattutto dove delle glorie del passato s’odono ancora le voci.
Data recensione: 15/04/2007
Testata Giornalistica: Il Firenze
Autore: Gabriele Ametrano