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L’arte e la vita di Venturino sono state un lungo struggente atto d’amore. E la sua opera riflette magnificamente la profonda meditazione di una creatura geniale e innocente. Ancora una volta

L’arte e la vita di Venturino sono state un lungo struggente atto d’amore. E la sua opera riflette magnificamente la profonda meditazione di una creatura geniale e innocente. Ancora una volta questo ci vine detto dalla mostra che col titolo Volti. Uomini e donne del Valdarno nei ritratti di Venturino Venturi si è aperta nel palazzo Concini di Terranova Bracciolini dal 17 marzo e andrà fino al 3 giugno (ricco catalogo curato da Lucia Fiaschi per Polistampa). Pochi artisti come Venturino sono legati alle radici della propria terra (la toscanità di Loro Ciuffena, dove dopo giovanili peregrinazioni all’estero ha sempre vissuto) e insieme paiono tanto astrattamente atemporali, in una stagione eterna di favola umana. Non è questa la prima mostra di ritratti di Venturino, che alcune altre belle ne ricordiamo. Ma questa così varia e riassuntiva ne compendia il senso. Molti visi, volti, ritratti: qui distinti per categorie e per tipi di materiale, ma unici nelle molteplici scansioni di disegni su carta, di volti di cartapesta, di sculture in pietra o in cemento o a tratti di china, in nero o a colori vivaci, anche in mosaico. Propone la mostra i ritratti del padre e della madre (quest’ultima soprattutto Mater Dulcissima, e insieme dea primigenia della fecondità e della vita), della sorella Beppina, degli amici, degli uomini semplici, brigata amica della sua vita. Venturino non tende mai né allo scarto caricaturale né allo scavo psicologico e letteraio. Ogni volto, nelle forme bislunghe o arrotondate, nei grandi occhi spalancati, nella asciutta povertà dei tratti semplici e decisi, è una declinazione della nozione di creatura, o più laicamente di uomo. Così come Venturino scultore ci aveva già detto con il suo San Francesco e il suo Pinocchio. Abilissimo negli avari segni disegnati, mitico nelle grandi pietre scolpite, Venturino è stato un grande, disarmato cacciatore di umanità. Questa eccellente mostra ne è una splendida rappresentazione.
Data recensione: 26/04/2007
Testata Giornalistica: il Giornale
Autore: Pier Francesco Listri