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Detesto Firenze pidocchiosa e cenciosa, eleganza a cinque braccia una lira. Addormentata ruffiana città dei Pescetti Caroti e compagni. Mi guardate e so perché! ammirate perché credete ch’io

Ecco l’inedito del pittore scritto nell’infuocato contesto del dopoguerraDetesto Firenze pidocchiosa e cenciosa, eleganza a cinque braccia una lira. Addormentata ruffiana città dei Pescetti Caroti e compagni. Mi guardate e so perché! ammirate perché credete ch’io risponda alle vostre sudice idee, perché qualcuno vi à detto che la nostra bella divisa copre dei corpi e degli animi compagni dei vostri. Mi guardate pensando che una striscia nastrini medaglie, saranno tante lire all’anno, e che le medaglie peseranno dai più ai meno grammi. Ma guardatemi bene e vedrete che spesso uno sguardo rimprovero compassione, parte dai miei occhi lustri di gioia per il dovere compiuto. Popolo di gonzi, gente che avete da fare un lungo passo indietro e migliaia in avanti per sgranchirvi e riprendervi ed entrare nella realtà, non vi accorgete quanto vi odio, quanto non vi possa vedere? La guerra, la febbre non bastano, una buona stirata di coscienza ci vuole! Coglioni svegliatevi, un pezzetto di carta che voli per aria; immobili restate a guardarlo, senza sentire l’urtoni e le ingiurie che vi lancio. È passato davanti a voi gli anni più belli, e voi gli avete maledetti dormendo, si presenta il momento [:] deciditi - e lo guardate cisposi, stanati pensano alla pace, dagli altri conquistata, ed alle vostre soffici molle e comode poltrone, alla tavola delle pastasciutte.
Data recensione: 21/03/2007
Testata Giornalistica: Il Giornale
Autore: ––