chiudi

Che cos’è la Valdinievole? Area geografica artificiale da depliant turistico e libro di storia, oppure realtà socialmente ed economicamente omogenea? Esiste un’identità valdinievolina in cui

Un libro sul passato per parlare del futuro Che cos’è la Valdinievole? Area geografica artificiale da depliant turistico e libro di storia, oppure realtà socialmente ed economicamente omogenea? Esiste un’identità valdinievolina in cui riconoscersi? Domande che non sono semplice accademia e a dimostrarlo, in soldoni, è il dibattito appena avviato sul futuro del Comicent, proposto come centro di nuovo sviluppo commerciale ed espositivo non solo di Pescia, ma di più comuni – come Montecatini e persino di Pistoia – che non dispongono di una struttura per grandi eventi fieristici.
IL TEMA, ora storicizzato da ricerche approfondite, è trattato dal libro «Pescia e la Valdinievole. La costruzione di una identità territoriale», in distribuzione proprio in questi giorni. Coincidenza o sorprendente tempismo? Di sicuro il volume è il sintomo di un argomento sentito e riproposto in una fase che costringe a decisioni importanti per l’avvenire. Il libro pone Pescia come punto di partenza, ma con grande onestà la curatrice Anna Maria Pult Quaglia sottolinea come essa, nonostante il titolo di città ricevuto già nel 1699 e l’innalzamento a sede vescovile (1727), «non fu mai l’unico centro della Valdinievole intorno al quale costruire l’identità della vallata, la cui compagine fu in continua trasformazione e ricomposizione». Questo policentrismo ha avuto pregi e difetti. Sul lato amministrativo e giudiziario il ruolo di Pescia è sempre stato rilevante, ma non esclusivo. Buggiano, Montecarlo e poi Monsummano hanno vantato o vantano proprie competenze. Forse la Valdinievole è una terra unita dalle divisioni? Non è ipotesi peregrina. Pochi giorni fa, Alberto Lapenna ha dichiarato in consiglio provinciale che «finchè le amministrazioni locali si porranno in modo municipalistico a difendere il loro orticello, ci si troverà a questi risultati. Pensiamo il Comicent in un’ottica per l’intera Valdinievole».

ATTUALITA’ Il dibattito sul Comicent conferma che l’integrazione rimane precaria
VIENE DA PENSARE alla battaglia persa per mantenere l’Usl 7 poi accorpata a Pistoia (ci fu mai vera comunione di intenti?). Cosa fanno tutti i comuni per non far svuotare l’ospedale di Pescia di ulteriori servizi? La conferenza dei sindaci ha un ruolo attivo? Ancor oggi non esiste un asse viario veloce che unisca il Montalbano a Pescia. Ma malumori e attriti nascono soprattutto nei periodi di crisi, assai meno in quelli di vacche grasse. Quando Montecatini divenne ville d’eaux fra le più celebri d’Europa, i Bagni costituirono—si legge—«un polo di forte attrazione, attorno al quale si rafforzarono le interdipendenze con altri settori economici, agricoli, artigianali e industriali della Valdinievole». Un auspicio in vista dell’atteso rilancio delle Terme? Basterà dire che le vetrerie a Pescia fiorirono anche perchè fornivano bottiglie per le acque termali da spedire ai quattro angoli d’Italia. Cose ormai del passato, ma che danno la misura di un sistema economico complesso che merita attente riflessioni per meglio progettare il futuro.
Quando le banche fallirono per finanziare il boom dei Bagni di MontecatiniMOLTO PIU’ di un libro di storia. «Pescia e la Valdinievole. La costruzione di una identità territoriale» (Polistampa Firenze), è occasione di interessante dibattito e magari utile regalo ad amministratori pubblici (e non solo) carenti in storia locale. L’opera dell’Associazione di Studi Sismondiani, è il secondo volume dei «Quaderni di Valchiusa», rivolti allo studio della Toscana attraverso un approccio interdisciplinare. Anna Maria Pult Quaglia (autrice del saggio introduttivo) cura il libro con scritti di Carlo Vivoli (La cartografia storica), Luca Bernardini (La Valdinievole nella Toscana fiorentina del XIV-XV secolo), Francesco Martelli (Pescia «capo» della Valdinievole: un ruolo controverso), Andrea Menzione (Aspetti della religiosità), Rossano Pazzagli (Pescia e la Valdinievole fra XVI e XIXsecolo), Roberto Tolaini (La fine delle banche locali. La parabola di un autonomo mercato locale del credito fra dopoguerra e fascismo).
SETTE SAGGI L’opera è voluta dall’Associazione Sismondiana di Valchiusa, a PesciaParticolarmente consigliabile la lettura di quest’ultimo saggio, che mostra un mondo sconosciuto ai più, quello delle banche. Le crisi del territorio sono così leggibili anche come perdita di autonomia nel settore creditizio ben prima delle moderne aggregazioni dei grandi gruppi bancari. «Fu per sostenere la crescita di Bagni di Montecatini e dei comuni vicini — vi si legge — che le banche aprirono linee di credito non sempre commisurate alla solidità dei beneficiari. Tali crediti, dopo la deflazione del 1926-27 e il crollo dei valori azionari [1929] e dei prezzi, si trasformarono in sofferenze, conducendo le banche locali, una dopo l’altra, sulla china del fallimento».
Data recensione: 04/03/2007
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Marco A. Innocenti