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La principessa Natalia Guicciardini Strozzi ha scritto un libro (Facile da ricordare, edizioni Polistampa), è ballerina e attrice. Ma soprattutto, secondo il genealogista Domenico Savino

Natalia Guicciardini Strozzi: «Discendo da Monna Lisa: ho le prove»La principessa Natalia Guicciardini Strozzi ha scritto un libro (Facile da ricordare, edizioni Polistampa), è ballerina e attrice. Ma soprattutto, secondo il genealogista Domenico Savino, con la sorella Irina, 24, è la discendente della Gioconda.Principessa, faccia un sorriso: vediamo se somiglia a Monna Lisa.
«Niente scherzi: la Gioconda era davvero una nostra antenata».
Quando lo avete scoperto?
«Lo abbiamo sempre saputo (ce lo aveva accennato infatti in un’intervista pubblicata sul n. 15 dell’aprile 2006, ndr). Ma adesso abbiamo le prove».
Ci spieghi...
«Secondo il Vasari, la donna del dipinto è Lisa Gherardini, moglie del mercante Francesco Bartolomeo del Giocondo, morta nel 1542 a Firenze. Abitava di fronte a casa di Leonardo, che la ritrasse due volte. Il secondo dipinto, che apparteneva alla mia famiglia, è andato perso durante l’alluvione».
Come si arriva dai Gherardini agli Strozzi?
«Seguendo la linea genealogica femminile. In pratica dai del Giocondo si arriva ai Mozzi, che diventano Guicciardini e, infine, Bombicci-Pontelli. Il cognome della mia nonna paterna».
La contessa Cinzia Maria Gherardini dice di essere la vera erede. Lo dimostra il cognome...
«Lei discende dal fratello di Monna Lisa, noi dai suoi figli. Chi conta di più?».
Dica la verità: adesso chiederà ai francesi di restituirle la Gioconda...
«Non è possibile: Leonardo vendette il quadro a Francesco I, dunque appartiene a Parigi. Ma possiamo sempre barattarlo con la Coppa del Mondo».
Allora sfrutterà la fama della sua antenata per fare carriera...
«Troppo tardi. recito da sei anni, anche se sono conosciuta più all’estero che in Italia».
Che cosa ha ereditato da Monna Lisa?
«Forse il carattere: allegro e un po’ malinconico».
Anche sposare un mercante?«Preferirei un uomo del mio rango. Ma l’importante è che mi ami».
Data recensione: 22/02/2007
Testata Giornalistica: Vanity Fair
Autore: Tamara Ferrari