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Non vergognatevi se non avete mai letto nulla di Antonio Pizzuto: con tutti i suoi libri fuori commercio e introvabili persino nelle librerie antiquarie, non conoscere neanche i romanzi che

RISCOPERTE / PIZZUTO
Due romanzi inediti di uno scrittore degli anni Sessanta. Dirigente Interpol. E difficile Non vergognatevi se non avete mai letto nulla di Antonio Pizzuto: con tutti i suoi libri fuori commercio e introvabili persino nelle librerie antiquarie, non conoscere neanche i romanzi che resero famoso negli anni Sessanta questo questore in pensione, come "Signorina Rosina" o "Si riparano bambole", è inevitabile. Ed è altrettanto inevitabile sorprendersi che ora, nel giro di poche settimane, di romanzi di Pizzuto ne siano usciti addirittura due: "Così" per le edizioni Polistampa e "Rapin e Rapier" per gli Editori Riuniti, due inediti emersi dai cassetti della Fondazione Pizzuto, curata dalla figlia Maria. I due libri segnano l’inizio di un revival dello scrittore siciliano (Pizzuto era nato a Palermo nel 1893 e morì a Roma nel 1976). A Bologna, il Police film festival organizzato dal Siulp, il sindacato della P.S., gli ha dedicato una giornata di studio e di letture con Angelo Guglielmi e Walter Pedullà. La Adelphi ha in lettura l’intero epistolario con Gianfranco Contini - con Giacomo Debenedetti e Roberto Bazlen uno degli estimatori dello scrittore. In progetto c’è anche un film: e cosa potrebbe essere un film ispirato dall’unico dirigente dell’Interpol che abbia mai diviso i grandi della critica (Contini contro Segre) se non un poliziesco? Ci sta lavorando il regista palermitano Salvo Cuccia, che in agosto nella chiesa dello Spasimo presenterà un’opera interdisciplinare (teatro, video e musica) intitolata "Teicologia di Palermo" come un capitolo di "Giunte e virgole", uno dei libri più sperimentali di Pizzuto. Da "Si riparano bambole" Cuccia conta di estrarre l’episodio grottesco (e vero) della caccia a una presunta spia che in realtà era una turista in viaggio nella Sicilia degli anni Venti. Non vergognatevi se farete fatica a leggere Pizzuto, anche se i due romanzi che escono ora sono ben lontani dallo sperimentalismo dei suoi scritti finali ("Pagelle", Ultime e penultime"). Pizzuto è uno di cui Montale diceva che leggerlo richiedeva .una specie di preparazione quasi ascetica…
Antonio Pane, lo studioso che ha curato i due inediti riscoperti, spiega che lo scrittore - un laureato in filosofia che solo difficoltà economiche costrinsero a diventare uno .007 ruspante., come lo definisce la figlia - voleva .raccontare la vita con gli occhiali di Einstein, Heisenberg, Husserl., per .sottrarre la narrativa all’inerzia fotografica del naturalismo, adeguandola alla realtà mobile e cangiante che le nuove correnti di pensiero facevano intravedere.. Contini, che paragonò l’italiano dell’ultimo Pizzuto alla lingua cinese, scrisse però che .anche chi avesse riserve su "Finnegans Wake" non si sognerebbe di non stampare tutto Joyce.. Non per niente Pizzuto è un mito tra i funamboli della lingua. Sul prossimo libro di "Tèchne" (Campanotto Editore), rivista annuale di giochi linguistici curata da Paolo Albani (quello di "Aga Magèra Difùra", il "Dizionario delle lingue immaginarie" realizzato con Berlinghiero Buonarroti per la Zanichelli), usciranno alcune lettere in cui Pizzuto spiega che .la nostra sensibilità. è .ormai insofferente di ogni retorica e di ogni colore, tesa verso l’es-senzialità, assetata di suggestioni che non più la sintassi ma la parola può dare.. Lo sperimentalismo di Pizzuto arriva al surreale negli ultimi capitoli di "Rapin e Rapier", satira dell’irresistibile ascesa al potere di uno strillone nell’Italia fascista. "Così" invece è più vicino al Pizzuto di "Signorina Rosina": basta il primo paragrafo, con la finta allegria della cena d’addio di un neo-pensionato e il vuoto della sua "vita nuova" condensati in 17 righe, a far capire che ci si trova davanti a un grande scrittore. Ma non fermatevi lì: andate avanti, se ci riuscite.
Data recensione: 18/06/1998
Testata Giornalistica: L’Espresso
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