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I ricordi di due vecchi partigiani. La Firenze di inizio anni novanta, in piena tempesta “Mani Pulite”. I socialisti. L’amore. La lotta partigiana e i fascisti. Un omicidio. Una storia d’amore che

Omicidi, politica, amore e amicizia nel romanzo “semiserio” di Marco Stilci

I ricordi di due vecchi partigiani. La Firenze di inizio anni novanta, in piena tempesta “Mani Pulite”. I socialisti. L’amore. La lotta partigiana e i fascisti. Un omicidio. Una storia d’amore che va male, una che va bene, una che non si sa. I servizi segreti. I giornali.
Mischiate un po’ di tutti questi ingredienti con l’ironia e la scrittura scorrevole e leggera di Marco Stilci, ed ecco che avrete “La fusciacca del sindaco”, edizioni Polistampa.
Un romanzo che non segnerà nessuna rivoluzione del panorama letterario internazionale, di certo, ma un piacevole modo di investire il proprio tempo. L’autore, che si autodefinisce un “raccontatore di storie”, vede questa storia come un romanzo “semiserio”; si dovrebbe delimitare meglio il confine tra serio e non serio, forse, soprattutto oggi in tempi in cui ognuno può scrivere quello che gli pare, rileggendo anche la Storia con la “S” maiuscola a proprio piacimento con un piglio ed un’autorità che sembrano calate dal cielo come lo spirito santo. Vai a sapere poi perchè. Se per semiserio si intende il modo di affrontare argomenti che hanno segnato in modo indelebile il novecento italiano, allora la definizione pare più azzeccata. Tuttavia, spesso e volentieri, leggere la storia e gli avvenimenti attraverso l’ironia è segno d’intelligenza; intelligenza di chi scrive, ed intelligenza di chi legge e comprende.
Ma veniamo alla storia che Stilci racconta: l’assessore all’Urbanistica di Firenze viene ritrovato assassiato in un pioccolo circolo socialista di Campo di Marte. Le modalità dell’omicidio sono alquanto inquietanti e significative: una falce, strappata dal suo connubio rosso col martello dalla teca sul muro, confuiccata nel cuore. Tra la lama e il corpo, quasi “appuntata” in modo raccaprricciante, una foto con l’effige di Bettino Craxi. Il delitto viene scoperto dall’anziano che gestisce la piccola sezione socialista, un vecchio ex partigiano. In piena bufera politica e giudiziaria, anche i servizi segreti si interessano al caso. E non solo.
Un libro che scorre, e che fa sorridere e pensare; unica scelta “discutibile” è l’uso un po’ spregiudicato della punteggiatura fatto dall’autore, eccessivamente libero, e che in certi casi sfugge al suo scopo di uscire dai canoni e rende la lettura un po’ troppo forzata.
Una storia che si intreccia alla Storia, quella di Marco Stilci, che non si assume l’onere e l’onore di rispiegare nulla a nessuno; semmai, un sottile invito a riflettere. Ovviamente, sempre in modo semiserio.
Data recensione: 01/01/2007
Testata Giornalistica: In-formaFirenze
Autore: Gianni Somigli