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È morto ieri nella sua abitazione a Firenze Alessandro Parronchi, illustre poeta e noto storico e critico d’arte. Aveva compiuto 92 anni il 26 dicembre.

Aveva 92 anni. Con Luzi e Bigongiari fu protagonista dell’ermetismo Firenze. È morto ieri nella sua abitazione a Firenze Alessandro Parronchi, illustre poeta e noto storico e critico d’arte. Aveva compiuto 92 anni il 26 dicembre. I funerali si svolgeranno domani nella Basilica di Santissima Annunziata. La camera ardente sarà allestita stamani alle 10,30 nella cappella di San Luca, nel chiostro di Santissima Annunziata. Il Comune di Firenze parteciperà ai funerali anche con il gonfalone della città. Poesia «malinconica e triste» quella di Alessandro Parronchi, come lo stesso autore fiorentino la definiva aggiungendo, con una punta di amarezza, che «oggi la tristezza non è ammessa». Eppure, nella storia letteraria italiana, Parronchi, che era anche critico d’arte e docente uiversitario, ha mantenuto un ruolo di primo piano. Protagonista di quel gruppo di “ermetici” che tra il 1930 e il 1945 si riunirono in una vera scuola con l’intento di fare poesia lontano dal contingente e in una ricerca continua del profondo dell’inconscio, l’autore fiorentino si allontanò in seguito da quellòorigine cercando strade nuove e personali.
Nato a Firenze nel 1914, Parronchi apparteneva ad una famiglia di notai, lo erano sia il padre, sia il nonno. Ma il giovane Alessandro, dopo il liceo classico, si indirizzò verso gli studi letterari laureandosi in storia dell’arte nel 1938. Cominciò quasi subito la sua attività collaborando con giornali e riviste d’avanguardia e avvicinandosi, in una Firenze all’epoca protagonista del dibattito e della produzione culturale italiana e europea, al club di poeti che furono annoverati nella corrente dell’ermetismo fiorentino o secondo ermetismo: Mario Luzi, in primo luogo, e poi Piero Bigongiari, Alfonso Gatto, Carlo Betocchi, Luigi Fallarca, Carlo Bo, Franco Fortini, Oreste Macrì.
In quel clima culturale, nasce la prima raccolta di poesie di Parronchi “I giorni sensibili”, pubblicata nel 1941. In seguito, la sua scrittura abbandona i criteri dell’ermetismo per percorrere strade del tutto personali le cui radici affondano nella letteratura dell’esistenzialismo cristiano e nei classici della poesia italiana.
Tra i titoli più famosi, “Per strade di bosco e di città” (1954), “Coraggio di vivere” (1961) e “Quel che resta del giorno” del 2001, anno in cui Parronchi ricevette il premio Dino Campana.
Non meno intense e appassionate sono state la sua attività come storico d’arte e il suo rapporto con poeti, artisti e scrittori del Novecento italiano, tra i quali spiccano Vasco Pratolini (da ricordare il carteggio dei due intelettualiu in cui viene raccontata lavita, le gioie e i dolori d’una generazione passata attraverso il fascismo e la Resistenza). Per anni ordinario di Storia dell’arte medievale e moderna, Parronchi ha scritto molte monografie scientifiche - era considerato uno dei massimi esperti di Michelangelo e Donatello - e intrecciò rapporti con i maggiori artisti, da Ottone Rosai a Guido Borgianni, Sergio Scatizzi, Ventuirino Venturi e Mario Marcucci.
Molte le manifestazioni di cordoglio per la scomparsa del poeta. «Con Parronchi scompare una delle figure di intellettuale più importanti e rappresentative della cultura italiana ed europea del Novecento», scrive il sindaco di Firenze Leonardo Domenici in un telegramma inviato alla famiglia di Parronchi. E Riccardo Nencini, presidente del Consiglio regionale della Toscana, sottolinea che «dopo Luzi e Bigongiari, un altro grande protagonista e interprete dell’ermetismo diorentino ci ha lasciati».
Data recensione: 07/01/2007
Testata Giornalistica: Il Tirreno
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