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Nel 1984 tre ragazzi fecero ritrovare in un canale (e in televisione ne confezionarono altre). Zeri capì, Argan no.

Nel luglio 1984, nel Fosso Reale di Livorno, vengono trovate due teste scolpite subito attribuite al pittore e scultore livornese Amedeo Modigliani (1884-1920). Si ritiene che l’artista, scontento del risultato, avesse deciso di liberarsi delle sculture incompiute. Si scopre presto che si tratta di una terribile burla in puro stile livornese: gli autori dei falsi sono studenti che hanno escogitato lo scherzo nel centenario dell’autore. Rilasciano interviste, mostrano alla televisione come si possono, grazie anche a un trapano elettrico, realizzare altre teste di Modigliani in diretta.

La vicenda è ricostruita da Giovanni Morandi in La beffa di Modigliani (Polistampa, pp. 176, euro 8). Unico tra i critici a dichiararsi convinto del falso (prima che fosse svelato) fu Federico Zeri. Molti altri, tra cui l’autorevolissimo Carlo Giulio Argan, caddero nel tranello.
Data recensione: 01/04/2005
Testata Giornalistica: Il Venerdì di Repubblica
Autore: Attilio Giordano