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Sul pavimento di marmo della basilica di San Miniato a Firenze, fra l’ingresso e la figura dello zodiaco, si trova un’iscrizione del 1207 che si presta alle più diverse

Sul pavimento di marmo della basilica di San Miniato a Firenze, fra l’ingresso e la figura dello zodiaco, si trova un’iscrizione del 1207 che si presta alle più diverse interpretazioni: "hic valvis ante. celesti numine dante;.mccvii.re metricus et iudex. hoc fecit condere joseph;.tinent de ergo rogo cristum. quod semper vivat in ipsum;.tepore mte". L’autore riferisce di essere stato immediatamente catturato dalla lettura di queste tre righe e di aver provato un senso di inquietudine di fronte al riferimento oscuro di un segreto che sembrava in grado di fermare la morte e lo scorrere del tempo. Le ultime due parole poste sulla destra di ogni riga, se lette insieme, formano infatti una frase compiuta, che non ha rapporto con le altre e sembra occultata volutamente: "1207. Retinent de tempore et morte", ovvero: "queste cose preservano dal tempo e dalla morte". Anche il nome Joseph sollecita la sua curiosità: è difatti un nome ebreo poco diffuso fra i cristiani e in un atto del 1218 è citato un abate di San Miniato con quel nome, che si tratti della stessa persona? Ma era possibile che un ebreo fosse diventato un abate? Che si unissero in lui la sapienza cabalistica e l’ermetismo cristiano? L’elaborata geometria sacra della facciata e il simbolismo del pavimento sembrano implicare la conoscenza di queste dottrine e confermare la presenza di una verità segreta. Lo sviluppo del romanzo soddisfa pienamente le aspettative create dall’introduzione e le oltre 400 pagine si leggono d’un fiato. Costruito su fatti storici, in cui subentra l’immaginazione solo dove i documenti tacciono, il romanzo porta il lettore prima a Firenze, poi nella Francia delle grandi Cattedrali in costruzione, poi in Terrasanta durante le Crociate e infine di nuovo a Firenze per il gran finale. Non manca davvero nulla: drammi famigliari, storie d’amore e d’amicizia, battaglie terribili, cattiverie senza fine, misteri svelati e riti alchemici. Ci sono anche i Templari e il Sacro Graal, ma chi pensa a un’ americanata alla Dan Brown si sbaglia, semmai in certi momenti il romanzo ricorda il bel libro di Ken Follet “I pilastri della terra”.Renzo Manetti, Il segreto di San Miniato. Polistampa, Firenze 2006, 408 pagine, 15 euro. Renzo Manetti, fiorentino classe 1952, è architetto e saggista. Studioso di storia dell’architettura (con particolare riferimento alla scienza delle fortificazioni), da quasi vent’anni la ricerca iconografica e simbolica è diventata il suo campo di indagine prevalente. Ha scritto numerosi testi, sia di carattere scientifico che divulgativo. Questo è il suo primo romanzo.Per le altre pubblicazioni delle Edizioni Polistampa: www.polistampa.com
Data recensione: 19/12/2006
Testata Giornalistica: Antiqua.mi
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