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Il più antico teatro di Firenze, lo storico Niccolini di via Ricasoli, è stato acquistato e sarà riportato all’antico splendore dall’imprenditore fiorentino Mauro Pagliai. Conosciuto fino a oggi come editore e

FIRENZE aise - Il più antico teatro di Firenze, lo storico Niccolini di via Ricasoli, è stato acquistato e sarà riportato all’antico splendore dall’imprenditore fiorentino Mauro Pagliai. Conosciuto fino a oggi come editore e organizzatore di eventi culturali, egli intende trasformare in due anni le rovine del Niccolini in un centro culturale polivalente dedicato alla cultura europea dove, accanto alla stagione teatrale, troveranno spazio mostre, convegni, una libreria e un caffè letterario. Un edificio di enorme interesse storico e architettonico, ormai abbandonato all’incuria da anni: un caso emblematico di degrado artistico e culturale è quello del Teatro Niccolini, già Teatro del Cocomero, uno dei primi esempi di teatro all’italiana, ancora dotato dell’originale struttura lignea settecentesca. Fu costruito nel 1652, ancor prima della Pergola, e inaugurato nel 1658. Il Niccolini ha ospitato la stagione di prosa del teatro Stabile di Firenze: è stato la “casa” di Paolo Poli, il palcoscenico dove Carlo Cecchi ha realizzato gli spettacoli più applauditi e dove Carmelo Bene commosse un pubblico gremitissimo recitando Leopardi. Oggi il teatro, inattivo ormai dal novembre del 1995, trova finalmente l’ancora della propria salvezza. La famiglia Ghezzi, che ne era proprietaria, in più occasioni aveva tentato di venderlo, offrendolo pure al Comune. Era il 1999 e la trattativa sembrò anche volgere a buon fine, ma finì poi in un nulla di fatto. Nel 2002 il teatro fu oggetto di un’occupazione da parte di cento ragazzi, che accusarono la giunta comunale e la città stessa di “seguire la sola logica del profitto” e di permettere che realtà come il Niccolini rischiassero di finire in mano a speculatori. Da allora sono circolate molte voci, sempre smentite, su possibili cambi di proprietà ma l’unica certezza era l’impossibilità di un’appropriazione statale. Oggi però un acquirente privato si fa avanti e acquista l’intera struttura: foyer, caffetteria, sala da ballo, palcoscenico, platea e quattro ordini di palchi, per un totale di quasi 500 poltrone. Quello di Mauro Pagliai, classe 1943, è un nome già conosciuto nell’editoria di cultura, nel mondo delle mostre e dei musei, in quanto fondatore e direttore della casa editrice Polistampa e della società di servizi Eventi Pagliai. Un imprenditore attendibile che ha sempre portato a termine i suoi progetti, come il recupero della ex-chiesa rinascimentale di Santa Chiara a Firenze, trasformandola da falegnameria in luogo di cultura e sede espositiva, o la recentissima realizzazione, sempre a Firenze, di un moderno insediamento di 4mila mq dove ha sede la sua casa editrice. Una figura affidabile anche sul piano della sensibilità culturale, il cui ruolo di editore umanistico e il cui curriculum non possono far temere la trasformazione del glorioso Niccolini in un megastore, in una boutique o in un fastfood. Pagliai conta entro il 2008 di aver compiuto tutte le opere necessarie per la ristrutturazione e l’adeguamento dell’edificio, ormai ridotto a un ammasso di rovine e sporcizia, con il tetto sfondato, gli spiacevoli segni dell’occupazione e non pochi problemi impiantistici. Il centro sognato da Pagliai sarà aperto in tutte le stagioni a ogni ora del giorno e sarà soprattutto rivolto ad un pubblico internazionale: oltre alla classica stagione teatrale di prosa si avvicenderanno in quegli ambienti mostre, serate, dibattiti e proiezioni di film, mentre le sale di ingresso su via Ricasoli accoglieranno un caffè letterario e una libreria sempre aperti al pubblico. Molta storia d’Italia, dal costume alle vicende politiche, è passata attraverso la vita del Niccolini. Ed ora, grazie al nuovo progetto di restauro dell’architetto André Benaim, che prevede il recupero di alcuni locali e quindi la realizzazione di nuove attività e nuovi spazi, il Niccolini potrà affrontare un’ulteriore sfida lanciata dal nuovo millennio e dalla necessità di essere competitivi e contemporanei, facendo vivere il teatro per tutto l’arco della giornata. (aise)
Data recensione: 12/12/2006
Testata Giornalistica: AISE
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