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Un libro edito da Polistampa “Toscana di festa in festa” ha compiuto un meritorio lavoro di selezione delle decine e decine di iniziative allestite nel vecchio Granducato. Ne sono autori i fiorentini

Tra passione e turismo, vantiamo il primato dei giochi storiciUn libro racconta il mondo di disfide e corteggi, con 110 gruppi e oltre 8mila figurantiUn libro edito da Polistampa “Toscana di festa in festa” ha compiuto un meritorio lavoro di selezione delle decine e decine di iniziative allestite nel vecchio Granducato. Ne sono autori i fiorentini Luciano Artusi ed Enrico Roncaglia, grandi appassionati e conoscitori di tradizioni toscane e nei quadri dirigenziali del Calcio Storico Fiorentino.
Artusi, che di questo gioco è direttore, ricopre anche le cariche di segretario dell’Associazione Toscana Rievocazioni Storiche (con sede a Firenze in Palagio di Parte Guelfa) e vicepresidente vicario della Federazione Italiana Giochi Storici (stessa sede della Atgs).
Il risultato del faticoso lavoro di selezione è un itinerario di 39 kermesse tra giostre, disfide e palii, accompagnate da schede dove si presenta la storia di ogni località. Si va dal celeberrimo Palio di Siena a quelli marinari di Livorno e Porto Santo Stefano: dalle giostre del Saracino (Arezzo) e dell’Orso (Pistoia) alle competizioni tra arcieri e balestrieri, come il Balestro del Girifalco (Massa Marittima), la Sagra del Tordo (Montalcino) o la Disfida degli Arcieri a Fivizzano; dalle gare con i micci (ciuchi) a Querceta e a Torrita di Siena a prove di abilità tipo l’Astiludio di Volterra (maxisfida tra sbandieratori), il Diotto di Scarperia o il gioco del Ponte a Pisa; e tante, tantissime feste in costume, come la Rievocazione Storica dell’Ottocento a Follonica, l’ostensione della Sacra Cintola a Prato e la Disfida della Ciarpa a Capoliveri.
«Oggi - scrivono gli autori del libro nell’introduzione - nelle cornici degli antichi centri storici dei nostri comuni, centinaia di personaggi in costume diventano attori, ricreando scenografie irripetibili altrove». Appuntamenti che derivano da giostre e tornei cavallereschi dei secoli passati e che dalle nostre parti hanno conservato un radicamento particolare.
«Abbiamo seguito tre criteri selettivi - spiega Artusi -. La manifestazione doveva essere storicamente rappresentativa del territorio, stile Palio Marinaro di Livorno; costumi e armature rigorosamente attinenti al periodo storico; infine, l’araldica. Ad esempio, se una contrada assume come colori il bianco e il rosso, la disposizione sullo scudo deve avvenire senza confondersi con quella di altre località».
Quella dei Giochi Storici è una macchina che in Toscana gira a pieno regime. Primi in tutta Italia. Perchè? Innanzitutto, secondo Artusi, per l’attaccamento alle tradizioni che da noi è più forte rispetto ad altre parti. Ma anche per la capacità di convogliare “politicamente” questa passione popolare. Nel gennaio dell’anno scorso si è costituito infatti un comitato regionale che coordina i Giochi Storici. Il prezioso lavoro di quest’ultimo e dell’Associazione Rievocazioni permette di non disperdere energie.
Angelo Scuriatti, presidente del comitato, elenca cifre precise. Sono Stati censiti, nella nostra regione, 110 Gruppi Storici con i requisiti richiesti, in costante contatto fra loro. Ognuna delle dieci province toscane ha un responsabile, e una volta l’anno i Gruppi, in occasione della Festa della Toscana, sfilano insieme in una città scelta per l’occasione.
La prima volta fu nel 2001 a Firenze, con 700 figuranti ma già l’anno dopo, a Grosseto, il numero era quasi raddoppiato, arrivando a circa 1300. Quindi toccò a Massa, Pisa (2500 partecipanti) e, l’anno scorso, a Pistoia dove hanno sfilato in quasi 3000. «Si può parlare tranquillamente - afferma Scuriatti - di 9-9000 figuranti in Toscana». E la nostra regione è la prima per numero di manifestazioni, seguita da Marche e Umbria.
Sul lavoro culturale che sta attorno a queste manifastazioni pone l’accento Artusi. Per sfilare in un corteggio storico, bisogna calarsi mentalmente nell’epoca da riprodurre. «Pensiamo alle prove, allo studio, alle esercitazioni da fare. Niente si improvvisa», sottolinea il segretario dell’Associazione Rievocazioni. «E non dimentichiamoci che dietro a chi sfila in costume, c’è un lavoro che riguarda tante altre persone. Innanzitutto le riserve, pronte alle sostituzioni: nel Calcio Storico fiorentino ci sono 550 partecipanti, ma il numero raddoppia con l’indotto. Senza considerare - aggiunge Artusi - sarte, costumisti e quelli che fanno scuola».
Ma in questo mondo prevale ancora l’entusiasmo genuino o prevale oramai il business legato al turismo? «Direi - riflette Artusi - che nei grandi centri, dove lo spirito del quartiere e il legame di sangue con il rione si sono affievoliti, i giovani sono distratti da mille altre cose e l’agonismo della sfida è sentito soprattutto dai partecipanti; nei piccoli centri, invece, si avverte ancora una forte passione popolare».
Cultura, organizzazione e soldi. Quello del giro di affari intorno ai Giochi Storici è un discorso importante: dietro ad ogni singolo sbandieratore, tanto per andare al sodo, c’è anche gente che si muove da altre località per assistere allo spettacolo. E turisti vogliono dire ristoranti, bar, alberghi, biglietti. Insomma, parafrasando Humphrey Bogart, “questo è il business, bellezza”. L’ultima ricerca condotta da Federculture su questi argomenti risale al 2001, ma i dati acquistano ancor più valore se pensiamo che il trend dei Giochi Storici continua ad essere in crescita.
Ebbene, da quello studio a livello nazionale emergeva un volume d’affari complessivo di circa 160 miliardi di lire con una media di 3529 partecipanti a giornata per manifestazione con un milione di partecipanti in totale durante tutto l’anno.
Tra gli aspetti indagati dalla ricerca, quello dell’occupazione aveva un ruolo di grande livello: risultava, infatti, che in ogni appuntamento, dall’organizzazione alla gestione dell’evento, lavoravano in media più di 250 persone: nel 20,8% dei casi lavoratori dipendenti e nel 12,5%lavoratori distaccati.
Data recensione: 02/11/2006
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: Pino Donateo