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Da 35 anni l’economia mondiale libra senza alcun ancoraggio. L’oro non è più il centro di gravità degli scambi commerciali e il garante degli equilibri monetari. Bretton Woods

MONETE IL 15 AGOSTO DEL 1971 NIXON ANNUNCIAVA LA FINE DEI PATTI. INIZIAVA LO STRAPOTERE AMERICANOLa nascita dell’euro e l’incognita sul futuro di Cina e India: il sistema si sta ancora assestandoDa 35 anni l’economia mondiale libra senza alcun ancoraggio. L’oro non è più il centro di gravità degli scambi commerciali e il garante degli equilibri monetari. Bretton Woods moriva esattamente sette lustri fa. Il 15 agosto del 1971, a Camp David, il presidente Richard Nixon annunciava la decisione di sospendere la convertibilità del dollaro in oro. Finiva così l’era del «liberismo controllato» che aveva garantito il sistema economico mondiale dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Per capire cosa furono gli accordi di Bretton Woods è necessario ritornare ai primi giorni del Dopoguerra. Le nazioni che uscivano dal secondo conflitto mondiale erano coscienti di una cosa: bisognava evitare il ripetersi delle condizioni che portarono alla Grande Depressione del 1929 e alla successiva politica economica che aveva dissanguato gli Stati. Negli anni Trenta, di fronte alla crisi, i governi avevano risposto con politiche di svalutazione per aumentare le esportazioni giocando sulla competitività del cambio tra le valute. L’obiettivo era ridurre il deficit della bilancia dei pagamenti. Gli effetti collaterali furono la caduta a picco delle entrate nazionali, la riduzione della domanda, un aumento esponenziale della disoccupazione e un declino complessivo del commercio mondiale. Alla conferenza finanziaria internazionale che si riunì appunto a Bretton Woods nel 1944 si decise di blindare il sistema internazionale. Ogni paese era obbligato a stabilizzare il tasso di cambio a un valore fisso rispetto al dollaro, che così divenne la valuta principale. Quest’ultimo venne a sua volta saldamente ancorato all’oro per evitare uno strapotere degli Stati Uniti. Stampando più moneta infatti gli Usa avrebbero potuto mettere in ginocchio intere economie uccidendole con l’inflazione.
L’equilibrio durò fino al 1971. Con la decisione di Nixon gli Stati Uniti ottennero un enorme potere, negli anni a seguire. L’America, alla cui valuta tutti erano ancora legati, potè finanziare direttamente operazioni all’estero incrementando in modo esponenziale la propria influenza economica sul pianeta. Secondo il ricercatore Duccio Basosi, che a settembre uscirà con un proprio saggio contenuto nel libro di Ennio DiNolfo «Il governo del dollaro», Nixon e la sua amministrazione sapevano che queste sarebbero state le conseguenze nel breve periodo. Quello che però Nixon non poteva prevedere erano quelle sul medio e lungo periodo. Per evitare di essere schiacciati, L’Europa ha messo in piedi prima il «serpentone monetario» e quindi l’euro. Oggi il dollaro perde terreno come moneta principale. Le incognite restano Cina e India che per ora, comunque, accumulano oro. Il crollo di Bretton Woods, 35 anni dopo, ancora condiziona il mondo.
Data recensione: 15/08/2006
Testata Giornalistica: La Stampa
Autore: Raphael Zanoti