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Come fa notare il P. Fausto Sbaffoni OP nella bella prefazione («nella soavità e nella delicatezza del lirismo»), con indubbia sottigliezza ed eleganza Massimo Corsinovi movimenta la forma

Come fa notare il P. Fausto Sbaffoni OP nella bella prefazione («nella soavità e nella delicatezza del lirismo»), con indubbia sottigliezza ed eleganza Massimo Corsinovi movimenta la forma preziosa degli haicu in sottili percorsi d’anima, al limite del silenzio nella pagina appena solcata da pochi segni, ma facendo centro del suo poetare l’immeediatezza della sua esperienza esistenziale e umana: l’ultimo saluto della amata nonna che scompare oltre il grano, l’ultima carezza del padre, che sembra giocare con i vecchi soldatini del figlio per ricostruirgli il presepio familiare... Un mondo segreto e trepidante ma anche risentito (il monito ai mercanti del tempio che vendono l’anima...), i timori, le ombre, le continue nuvole che sorprendono l’orizzonte della vita... Mentre la natura affaccia la sua costanza serena: tutto un mondo delicato e nitido nella parola e nell’immagine, ma che, comunque, non deve ingannare: «il mondo è qui,/ lontano», ma qui, proprio, con tutte le sue angustie, forse le minacce, quelle nuvole che solcano i cieli e che sembrano intorbidire il giardino: «parco d’inverno./ Scorgo sui peschi spogli/ lampi di fiori». Quello che vorremmo escludere, comunque, è che questo cosmo apparentemente etereo, fatto di profumi di salvia, linee di luna, ali d’olivo, farfalle, boschi d’aranci, sia una semplice risposta d’angelistica visione ai ben più rigidi inverni del mondo: né Corsinovi è semplicemente ottimista, sa benissimo che il vivere costa lo spasmo di un grido. Semmai, il suo unico auspicio è che, appunto, il grido sia sempre suscettibile di volgersi in canto. Trascorrono volti di bambini, immagini di figli, della sposa, d’un paesaggio lunare ma fiorito, si scorgono forti vincoli familiari, anche ricordi di persone care scomparse, ma la poesia è tutto, perchè essa solleva nel cielo l’inquieto vivere del mondo. La poesia di Corsinovi è proprio questa sapiente proposta: che la vita come la poesia sappia farsi preghiera, si faccia canto.
Data recensione: 22/11/2006
Testata Giornalistica: L’Osservatore Romano
Autore: Nicola Gori