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Un altro tassello di tradizione toscana che riemerge dal limbo dei ricordi: il libro di Giovanni Giannini, Scioglilingua, Indovinelli, Passerotti: Giuochi, canzoni, filastrocche e storielle

Un altro tassello di tradizione toscana che riemerge dal limbo dei ricordi: il libro di Giovanni Giannini, Scioglilingua, Indovinelli, Passerotti: Giuochi, canzoni, filastrocche e storielle popolari, pubblicato per la prima volta cento anni fa, ristampato nel 1924 e poi dimenticato. I testi che lo compongono, però, sono stati come il pane per i nostri nonni e bisnonni, prima che le fiabe e le storielle raccontate in famiglia venissero sostituite dalla televisione e dai videogiochi, forse più seducenti ma certo meno educativi. E così a un bambino di oggi il bel castello o Maria Giulia non diranno nulla; eppure questi testi, ingenui quanto si vuole, erano capaci di eccitare la fantasia e la voglia di divertimento, così come bizzarri indovinelli quali qual è quella cosa che dove passa si trascina le budella dietro? (il camino). Giannini, nato a Tereglio (Lucca) nel 1867, fu un insegnante di lettere che si dedicò con passione all’etnografia, curando la raccolta di molteplici materiali della tradizione toscana. Il volume pubblicato da Polistampa curato dalla studiosa Ester Seritti e dal musicista folk Daniele Poli contiene in allegato un cd con alcuni testi cantati. Un esperimento di grande interesse, perchè Poli non si è accontentato di una “esecuzione per voce e chitarra, economica quanto veloce da realizzare”. Insieme al gruppo Tuscae Gentes e grazie alla collaborazione di vari musicisti, Poli ha puntato su arrangiamenti e orchestrazioni con un notevole numero di voci e strumenti: “Ho giocato con strumenti antichi quali arpa e salterio per evocare le atmosfere cavalleresche del bel castello o il cornamuto per caratterizzare le strofe dei cattivi che vogliono distruggere il castello”.
Un’opera dunque fatta per divertire ed educare insieme: come ricorda la Seritti, è destinata agli adulti perchè siano i mediatori nei confronti dei bambini, che restano però i più immediati (ed auspicabili) fruitori di un’opera di questo genere. La Seritti, nella sua introduzione, ne ricostruisce l’appassionata genesi, dovuta a una ricerca a Tereglio, presso la nipote del Giannini e con l’ausilio di una vecchietta centenaria “che aveva trasmesso al Giannini molti documenti di tradizione orale. L’ho incontrata proprio nella grande cucina dove lo studioso ospitava gli informatori”. Un “libro della nonna”, in tutti i sensi, fatto con serietà, competenza e amore: per l’infanzia, ma anche e soprattutto per la memoria storica toscana, che si perpetua anche e soprattutto attraverso piccole grandi cose come questa.
Data recensione: 24/12/2006
Testata Giornalistica: Il Giornale della Toscana
Autore: Domenico del Nero