chiudi

È coraggioso chiunque nel Terzo Millennio scelga ancora la poesia come mezzo di comunicazione. Tra questi coraggiosi ricordiamo Gennaro Oriolo, in occasione dell’uscita del suo libro «Mediate

È coraggioso chiunque nel Terzo Millennio scelga ancora la poesia come mezzo di comunicazione. Tra questi coraggiosi ricordiamo Gennaro Oriolo, in occasione dell’uscita del suo libro «Mediate fughe e taciti abbandoni». L’opera, presentata nei locali dell’Educandato in collaborazione con giovani artisti, già nel titolo offre una chiave di lettura, come ha giustamente sottolineato nella prefazione Franco Manescalchi. «Muovendosi con perizia nella continua rivisitazione di classico e moderno, - nota Manescalchi - riducendone al massimo la mimesi e, proprio per questo evidenziandone l’incidenza, sulla linea di confine dove il poeta in-viene i propri segni, con michelangiolesca opera di sottrazione, Oriolo fonda il suo messaggio, il suo stile e i suoi stilemi». Oriolo è giunto alla sua prima opera dopo un lungo apprendistato e si è scoperto poeta forse non prima di averne dubitato. L’unica risposta possibile sta nella testimonianza, nell’elaborato, nello sforzo coraggioso e riuscito di assecondare un’inclinazione all’ascolto che sicuramente non è da tutti. Vale infine la pena ricordare gli artisti che hanno arricchito tale raccolta con le loro opere: Rosalba D’Ettore, Valentino Moradei Gabrielli, Takasuke Nishiyama, Vincenzo Zappia e il fotografo Giovanni Murrone.
Data recensione: 22/10/2006
Testata Giornalistica: Il Giornale della Toscana
Autore: ––