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Non ha una storia lunga come altri celebri palazzi fiorentini ma la sua origine porta comunque l’antico nome degli Strozzi

Non ha una storia lunga come altri celebri palazzi fiorentini ma la sua origine porta comunque l’antico nome degli Strozzi, ramo di Mantova, che lo edificarono su terreni posti tra via Faenza, via Valfonda e la Fortezza da Basso. L’epoca della costruzione è quella di Firenze Capitale, legata al disegno dei viali di circonvallazione da parte di Giuseppe Poggi: un suo allievo, Gerolamo Passeri, lo edificò fra il 1885 e il 1891, mentre i preziosi decori e arredi furono affidati ad Augusto Burchi.
Ma poco di queste memorie restò dopo la vendita della villa, col suo ampio giardino, ad Alessandro e Vittoria Contini Bonacossi. Era il 1931 e da allora la splendida costruzione iniziò una nuova, fastosa vita con il nome di Villa Vittoria, conservato ancora oggi che la sua funzione è quella di Palazzo dei Congressi.
Ce ne parla un atteso volume intitolato “Villa Vittoria. Una storia tutta da scrivere” (Polistampa) che riunisce i testi di numerosi studiosi, presenta una cospicua quantità di piante catastali, documenti e fotografie e perfino una selezione dei “Diari” dall’America che Vittoria spediva ai figli durante i viaggi di lavoro con il marito.
L’interno, diviso su tre piani e un seminterrato (oggi Auditorium), fu completamente ristrutturato e ‘ripulito’ dal gusto umbertino per ospitare le sale di rappresentanza che esponevano la grande raccolta dei Contini, mercanti d’arte fra i più noti sulle due sponde dell’Atlantico. Al terzo piano, dove la famiglia abitava, il capolavoro di donna Vittoria: una serie di ambienti estremamente moderni, affidati al genio di Gio Ponti e di Tommaso Buzzi, dove si potevano ammirare le opere degli artisti contemporanei e si potevano avere tutte quelle comodità che la padrona di casa aveva tanto ammirato negli Stati Uniti. Un libro tutto da gustare.
Data recensione: 01/02/2024
Testata Giornalistica: Toscana Tascabile
Autore: Gloria Chiarini