chiudi

Mariangela Regoliosi si è occupata nel corso della sua intensa e proficua attività di ricerca soprattutto di Lorenzo Valla

Mariangela Regoliosi si è occupata nel corso della sua intensa e proficua attività di ricerca soprattutto di Lorenzo Valla (1407-1457) ed, in una seconda fase, di Leon Battista Alberti (1404-1472). Del Valla meritano di essere ricordate almeno le edizioni dell’Antidotum in Facium (1981) e delle Epistole (1984) in collaborazione con Ottavio Besomi. Nel suo commento al De commodis la curatrice chiama spesso in causa la concezione del latino classico teorizzata dal Valla, in contrasto con lo scetticismo dell’Alberti e con l’uso aperto e anomalo che egli fece del latino antico. Va tenuto conto fin d’ora che entrambi ebbero significativi contatti con l’ambiente culturale veneto in periodi precedenti a quelli in cui la diffusione di loro importanti opere è documentata.
Sulla figura complessiva dell’Alberti crediamo che la cosa più appropriata sia ricordare l’espressione finale del giudizio del Poliziano, consegnato all’epistola X, 7 a Lorenzo dei Medici (1485), che lo rappresenta come ideale maestro dell’unità dei saperi: «… cum tamen interim ita examussim teneret omnia ut vix pauci singula». Da parte sua l’Alberti aveva osservato nel De commodis quanto fosse ardua l’itinerario verso i più alti gradi del sapere, considerate anche le avversità della fortuna e gli inganni degli uomini: «quo fit ut cum difficile sit ceteros quasvis artes egregie tenere, tum longe omnium difficillimum mihi videatur totam rem letterariam (ut sic loquar) amplecti» (IV 95).
Il testo umanistico del De commodis si poteva leggere finora in due edizioni moderne. Quella di Giovanni Farris del 1971 corredata di traduzione, ma senza particolare rilevanza filologica, e quella, ritenuta generalmente affidabile sul piano filologico, curata da Laura Goggi Carotti del 1976 nella consapevolezza delle difficoltà di scelte non prive di dubbi. L’edizione concludeva un lavoro iniziato come tesi di perfezionamento in Filologia medioevale e umanistica preparato e discusso presso la Scuola Normale di Pisa nell’a.a. 1973-’74 (teneva l’insegnamento Guido Martellotti). La curatrice seguì poi la via dell’insegnamento presso il Liceo Buonarroti di Pisa. È scomparsa a 74 anni il 20 aprile 2019. Gianna Gardenal e Paolo Viti avevano a suo tempo segnalato l’edizione in due recensioni piuttosto corpose e ben argomentate, rispettivamente in «Lettere Italiane » del 1978 e nel «Giornale Storico della Letteratura Italiana» del 1977.
Dirò subito che la nuova edizione modifica a fondo il testo fissato dalla Goggi Carotti, in forza di una ricostruzione ecdotica sistematica, che ha finito col ridimensionare la «credibilità» dell’incunabolo Leonis Baptistae Alberti Opera allestito da Hieronymus Massainus. Questi aveva sottoposto il testo umanistico tràdito ad un adattamento linguistico e formale in linea con la norma classica.
Il De commodis è un’opera giovanile dell’Alberti. Ha la natura del «manualetto» che tratta dei vantaggi e degli svantaggi delle lettere e della institutio dell’intellettuale, costantemente alle prese con la complessità del reale e del relativismo. L’intellettuale albertiano esprime, se abbiamo inteso bene, una particolare versione umanistica del sapiente antico. Per questo, credo, preliminarmente la Regoliosi affermi che il De commodis non è un ‘centone’, bensì un ‘mosaico’ quale risulta dalla «stringente presenza simbolica del processo creativo per “tessere” del III libro dei Profugiorum ab erumna libri». La categoria critico-interpretativa di “mosaico” elaborata da Roberto Cardini è entrata ormai nell’uso degli studi albertiani, che hanno prodotto, grazie alla spinta propulsiva dell’Edizione nazionale e del Centro di Studi per il Classicismo, notevoli progressi sul piano della conoscenza dell’autore e dell’opera sua. 
Data recensione: 01/05/2023
Testata Giornalistica: Lettere Italiane
Autore: Claudio Griggio