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Una ventina di dipinti, alcuni recentissimi, prevalentemente sui toni del grigio, del nero e dell’oro con solo qualche accenno di colore

Una ventina di dipinti, alcuni recentissimi, prevalentemente sui toni del grigio, del nero e dell’oro con solo qualche accenno di colore: una selezione con cui l’artista fiorentino Filippo Rossi intende riflettere sul tema della luce, da sempre centrale nella sua produzione. I lavori sono stati esposti dal 17 dicembre all’8 gennaio 2023 nel foyer del Teatro Niccolini (via Ricasoli, 3). In occasione della mostra, intitolata Particolari, l’editrice fiorentina Polistampa ha realizzato una sontuosa monografia curata da Timothy Verdon e intitolata Passione Contemplativa / Contemplative Passion. All’inaugurazione, insieme con l’artista e gli editori Mauro e Antonio Pagliai, ha partecipato lo stesso Verdon, oltre al direttore del Museo del Novecento Sergio Risaliti e alla presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno Cristina Acidini. La mostra si pone nel solco di una tradizione ormai consolidata: ogni anno le edizioni Pagliai Polistampa presentano l’opera di grandi artisti contemporanei come Guasti, Faraoni, Scatizzi, Loffredo, Alinari, Facchini, Ghelli, Maranghi, Nesi, Possenti, Guarnieri, Annigoni, Talani, Stefanelli. Rossi espone dagli anni Novanta, e da molti anni elabora tematiche attinenti al sacro cristiano. Con opere collocate in musei e collezioni pubbliche e private, italiane ed estere, è stato il più giovane degli artisti invitati all’incontro con Benedetto XVI nella Cappella Sistina il 21 novembre 2009. Nel 2010 realizza la prima Aula interconfessionale italiana presso l’ospedale pediatrico Nuovo Meyer a Firenze. Nel 2011 è chiamato dalla Fondazione del Duomo di Firenze al concorso per un ambone nella Cattedrale, e l’anno successivo è alla Derix Glass Studio di Francoforte per tradurre alcuni suoi dipinti in vetrate. Lavora sia in Italia, sia negli Stati Uniti e in Cina, tiene workshop formativi in tutto il mondo ed è stato invitato come conferenziere presso la Yale University a New Haven (Connecticut) a esporre una relazione sul significato della propria arte. Grazie a un lungo e proficuo periodo di ricerca, in cui ha sperimentato materiali nuovi e realizzati chimicamente come le schiume e il polistirene estruso, ha recuperato anche l’utilizzo di prodotti naturali come la carta, la tela juta, il legno, riuscendo spesso a dar vita a vere e proprie ‘icone astratte’.
Data recensione: 01/01/2023
Testata Giornalistica: Il Pagliaio
Autore: Gherardo Del Lungo