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Piccola, per numero di opere, ma densa di significato, la mostra si inseriva nel progetto di valorizzazione del patrimonio

Piccola, per numero di opere, ma densa di significato, la mostra si inseriva nel progetto di valorizzazione del patrimonio artistico della regione denominato Terre degli Uffizi promesso da Fondazione CR Firenze e Gallerie degli Uffizi, all’interno dei rispettivi progetti 2Piccoli Grandi Musei” e “Uffizi Diffusi”.
Tema della mostra e del denso catalogo, arricchito da saggi che ne approfondiscono i temi salienti e introducono le tre sezioni della mostra, un’affascinante indagine sul mistero della vita e della nascita che prende spunto da un dipinto del pittore Santi Pacini (Firenze, 1734-1800) proveniente dalla chiesa di Santa Trinità a Firenze, ma conservato nel monastero di Vallombrosa, rappresentante l’Eremita Torello da Popini nell’atto di benedire unna donna in avanzato stato dio gravidanza (olio su tela, fine del XVIII secolo), restaurato per l’occasione da Serena Cappelli e Paola Mariotti  (che espongono anche le fasi del restauro). Il Beato Torello (1202-1282), eremita di Avallenato, nei pressi di Poppi, ancora molto amato in terra casentinese, è considerato il protettore delle donne in attesa di parto e dei fanciulli.
Ad esaltare la raffigurazione del delicato momento della “vita” quale metafora teologica del percorso di salvezza dell’umanità, il catalogo presenta un gruppo do opere (non tutte esposte) divise in tre sezioni ed introdotte da altrettanti saggi della curatrice: Tra umano e divino per il mistero dell’Annunciazione, Madonne del parto e Natività di Cristo. Tra i prestiti dalle Gallerie degli Uffizi, l’Allegoria dell’Incarnazione e Sibille, un raffinato dipinto che mostra il nomen sacrum (IHS), trigramma molto popolare nel basso Medioevo e poi sigillo della Compagnia di Gesù, sul grembo della Vergine, per il quale Alberta Piroci propone il nome di Jacopo Zucchi. Vi è poi un’Annunciazione, precedentemente attribuita al Bronzino e oggi ascritta al suo contemporaneo fiorentino Giovanni Bizzelli, e Il voto contro natura, una provocatoria scultura dell’artista siciliano dell’Ottocento Salvatore Grita che rappresenta una donna incinta in abito monacale accasciata contro un muro scrostato che si fa portavoce di tutte quelle ragazze madri femminine cadette che, forzatamente e contro natura, furono obbligate a prendere i voti. Altri prestiti provengono, invece, dai due conventi femminili di clausura di Pratocchevio, io monastero camaldolese di San Giovanni Evangelista e quello domenicano di Santa Maria della Neve e San Domenico: si tratta di tre deliziosi ed inediti dipinti degli inizi del XVII secolo – rispettivamente un’Annunciazione e due Natività – le cui schede, con nuove proposte attributive, sono state redatte da Lucia Bencistà. Il volume getta poi un focus particolare sugli aspetti iconografici del culto micaelico tra toscana ed Europa, soffermandosi sulla figura di San Michele protettore delle gestanti e dei fanciulli (Laura Vingone) e sui pellegrinaggi a Mont Saint-Michel che le gestanti intraprendevano nel tempo dell’attesa (Immacolata Aulisa), su Torelli protettore delle partorienti del quale è esposto un’ritratto attribuito all’ambito di Pier Dandini proveniente dal monastero della SS. Trinità di Poppi, e un excursus storico sulle terre casentinesi ai le tempi del Beato con saggi di Franceso Pasetto, Riccardo Bargiachi e Matteo Bicchierai.
In generale il volume offre un ottimo approfondimento su opere meno note, ma non per questo meno interessanti, e dense di significato, che usufruiscono qui, per la prima volta, di letture o di riletture innervate da indagini originali e proposte innovative.
Bella la veste grafica del volume con un ricco apparato critico e di approfondimento.
Data recensione: 25/12/2022
Testata Giornalistica: Corrispondenza
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