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«La musica è diventata un sottofondo della nostra vita. Non si ascolta più, la si sente mentre si guida, mentre si fa la spesa

In scena al Niccolini di Firenze il Logos Trio creato dal compositore Pasquale Filastò, autore di colonne sonore

«La musica è diventata un sottofondo della nostra vita. Non si ascolta più, la si sente mentre si guida, mentre si fa la spesa, all’autogrill, in ascensore, al ristorante, mentre si lava i piatti etc. Questi due concerti narranti vogliono cercare di spiegare anche attraverso la narrazione, quanto la musica sia uno strumento potentissimo per arricchire e ridare alla nostra vita, qualità, profondità e passione».
Ci crede tanto ai concerti narranti, il violoncellista, compositore e autore di colonne sonore Pasquale Filastò che, di ritorno da Dubai, dove si è esibito con Nicola Piovani sarà in scena al Teatro Niccolini di Firenze lunedì 13 e martedì 14 dicembre alle 20 con il suo LogosTrio. Insieme a Plamena Krumova al violino e Francesco Lecce al pianoforte e Daniela Piazza alla voce narrante, Filastò al violoncello darà vita a due set diversi, ma con un identico fine: farsi prendere dalla musica.
Come mai il primo live si chiama Immaginatevi?
«Perché la musica è un linguaggio di immagini infinite e diverse tra loro. Come qualsiasi linguaggio, anche la musica, più di altre arti, è capace di farti vedere e sentire immagini che non possono essere descritte a parole, perché la musica è senza significato, senza sostantivi, ma piena di meravigliosi aggettivi. Eseguiremo musiche di Schubert, Debussy, Ravel, Fauré, Piovani e un brano scritto da me che aprirà lo spettacolo. Mi sento un po’ fuori luogo a mischiarmi in mezzo a questi geni della musica, ma avevo bisogno di introdurre il concetto legato al titolo, Immaginatevi e così mi prendo anche il rischio di essere additato da megalomane».
Martedì spazio a Piazzolla?
«È un lavoro che ho ideato per un festival che si tiene ogni anno sulle montagne dell’Abruzzo, il festival Arteparco. Avevo bisogno di un’idea che raccontasse la musica dentro la natura. Ho pensato alle 4 stagioni di Astor Piazzolla».
Come prosegue il sodalizio con Piovani?
«Per me rappresenta la vita che scorre. Ho cominciato a 16 anni e ho lavorato e lavoro con Piovani in tutti i suoi film, imparando come l’immagine deve essere raccontata attraverso la musica, anche il rispetto per la musica, il rispetto per una sceneggiatura, il rispetto per il lavoro».
Che rapporto ha con la Firenze del rock?
«Ad un certo punto per un musicista si deve fare una scelta, perché la musica va approfondita e questo lavoro richiede tempo e dedizione. Ho scelto la classica».
Data recensione: 11/12/2021
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Giovanni Ballerini