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Bello svegliarsi a Firenze, aprire gli occhi in una camera luminosa e nuda…

“Bello svegliarsi a Firenze, aprire gli occhi in una camera luminosa e nuda, dall’impiantito di mattonelle rosse che paiono pulite benché non lo siano; dal soffitto dipinto, sul quale uno stormo di grifoni rosa e di amorini azzurri folleggia in una foresta di violini e di fagotti gialli. Bello, anche, spalancare le finestre pizzicandosi le dita nei chiavistelli inconsueti e, a brevissima distanza sotto di sé, scorgere l’Arno che gorgoglia e lambisce la spalletta fiancheggiante la strada”. La stanza descritta da Forster, che dà il nome al suo più celebre romanzo, Camera con vista, non è che una della molte descritte nell’ultimo volume di Claudio Paolini, Case fiorentine: interni domestici e vita quotidiana nella letteratura del Novecento, pubblicato da Polistampa nella collana “Quaderni del Servizio Educativo” della Sorpintendenza di Palazzo Pitti.

La visita all’interno delle case fiorentine organizzata dall’autore è suggestiva sia per l’arco di tempo preso in considerazione, sia per il tipo di documenti esaminati. I brani degli autori toscani come Aldo Palazzeschi, Vasco Pratolini, Curzio Malaparte, si alternano a quelli degli stranieri, come Henry James, Rainer Maria Rilke e Edward Morgan Forster, che con Firenze hanno avuto legami profondi, accompagnando il lettore dalle abitazioni piccolo-borghesi agli appartamenti popolari. L’itinerario di lettura proposto dall’autore, dall’Ottocento alla prima metà del Novecento, prende in considerazione anche le tipologie abitative povere di quest’epoca che, a lungo trascurate dagli studiosi di storia dell’arredamento, rappresentano una dimensione della casa ancora oggi profondamente radicata nella cultura toscana.

L’analisi non va oltre il dopoguerra perché – spiega Paolini – “vuoi per le evidenti distruzioni, vuoi per una mobilità di masse mai conosciuta prima, sembra non esistere eroe della letteratura del secondo Novecento che non si trascini da una città all’altra, trovando unico rifugio o nelle camere d’albergo o in anonimi appartamenti ammobiliati”.

Claudio Paolini, che dal 2003 è ispettore della Soprintendenza per i Beni Culturali di Firenze, Pistoia e Prato, non è nuovo a questo tipo di indagine: nella stessa collana, diretta da Maria Cristina Masdea,sono apparsi i volumi I luoghi del cibo: cucine, tinelli e sale da banchetto nella casa fiorentina tra XV e XVII secolo, Dal focolare a legna al fornello elettrico: gli spazi della cucina nella casa toscana tra XIX e XX secolo e I luoghi dell’intimità: la camera da letto nella casa fiorentina del Rinascimento. La collana conta già sette graziosi quaderni illustrati con stampe e xilografie d’epoca. Promossa dalla Sorpintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio, realizzata in un primo tempo con scopi educativi, ha finito per raccogliere consensi tra un pubblico sempre più vasto di lettori, incuriosito dalle abitudini abitative dei fiorentini e affascinato dalla riscoperta di brani poco conosciuti.
Data recensione: 01/03/2005
Testata Giornalistica: In-forma Firenze città
Autore: ––