chiudi

È la maschera più celebre della Commedia dell’Arte, nonché il simbolo stesso del Carnevale

È la maschera più celebre della Commedia dell’Arte, nonché il simbolo stesso del Carnevale. Ma la figura di Arlecchino è stata anche uno dei temi centrali del lavoro del fiorentino Giovanni Domenico Ferretti (1692-1768), uno dei protagonisti della pittura italiana del Settecento, che a questo famosissimo personaggio e ai suoi travestimenti dedicò sedici tele realizzate fra il 1746 e il 1749, a loro volta commissionate dal nobile senese Orazio Sansedoni il quale, per esporle, allestì uno specifico “Gabinetto degli Arlecchini” nella sua residenza preso la Casa della Commenda di Ponte Vecchio. Quelle opere, oggi appartenenti alla collezione d’arte della Fondazione CR Firenze, vengono adesso esposte al pubblico, a ingresso gratuito, nello spazio mostre di via Bufalini, dopo essere state sottoposte a un complesso intervento di restauro e pulitura che ha consentito una lettura assai più efficace di uno dei soggetti iconografici più amati del Settecento. Prendendo spunto dagli spettacoli della Commedia dell’arte, i dipinti mostrano scenette in cui Arlecchino è autore di burle o di fatti giocosi, inserendosi in quel filone della pittura “caricata” che, sin dal Seicento, ha caratterizzato la cultura fiorentina. Ad affiancarle nella mostra, curata da Fabio Sottili e accompagnata da una guida edita da Polistampa, documenti e repliche di altre 39 opere che permettono di comprendere la fortuna riscontrata all’epoca da tali soggetti: una passione poi fatta propria, fra gli altri, da Giuseppe Zocchi e Thomas Patch.
Data recensione: 26/02/2020
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Gaia Rau