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Domani (alle 17) la Fondazione Spadolini Nuova Antologia commemorerà lo storico e magistrato Alessandro Galante Garrone, scomparso tre anni fa. L’evento avrà luogo presso la Sala verde di

Domani (alle 17) la Fondazione Spadolini Nuova Antologia commemorerà lo storico e magistrato Alessandro Galante Garrone, scomparso tre anni fa. L’evento avrà luogo presso la Sala verde di Palazzo Incontri della Cassa di Risparmio di Firenze (via de’ Pucci, 1) e vedrà la partecipazione, oltre che di Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, di Silvia Calamandrei, funzionaria dell’Unione Europea e nipote di Piero Calamandrei, Stefano Follini, allievo di Spadolini ed editorialista del «Sole 24 Ore», Riccardo Marchis, docente dell’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea. Galante Garrone, eroe della Resistenza e dell’Antifascismo, sarà ricordato attraverso la presentazione di due volumi: Un paese migliore. Vita di Alessandro Galante Garrone di Paolo Borgna, presente all’incontro (edizioni Laterza) e la raccolta di suoi scritti Profili del ‘900. Storici, magistrati, militanti (edizioni Polistampa). Quest’ultimo volume, appena pubblicato all’interno della collana «Biblioteca della Nuova Antologia», raccoglie i molti contributi di Alessandro Galante Garrone alla «Nuova Antologia», cui collaborò fin dal 1977 su invito di Giovanni Spadolini. Introdotto da Cosimo Ceccuti e con una prefazione di Paolo Borgna, è stato organizzato nelle sezioni: Maestri e compagni (Ernesto Rossi, Carlo e Nello Rosselli, Piero Calamandrei, Primo Levi, Sandro Pertini, Gigliola Venturi, Massimo Mila, Gianni Stuparich, Luigi Einaudi, Nuto Revelli); Storici militanti (Gaetano Salvemini, Luigi Salvatorelli, Rosario Romeo, Franco Venturi, Giovanni Spadolini); Magistrati (Paolo Greco, Domenico Riccardi Peretti Griva) e «La Resistenza e la Repubblica». Evidente è la predilezione per i profili dei suoi maestri e compagni, dei suoi “maggiori” , tracciati sul filo della memoria e originati da ricorrenze, convegni, occasioni liete e tristi. Un’autentica galleria di personaggi, vivi, amati e sofferti, non una serie di busti sul piedistallo, freddi e senz’anima. Ma attraverso le varie relazioni che essi ebbero con lui, emerge e spicca anche la straordinaria personalità dello stesso Alessandro Galante Garrone, magistrato e storico, protagonista della Resistenza e dell’antifascismo. «Proposi a Galante Garrone – scrive Cosimo Ceccuti – di raccogliere in un volume quei profili, o alcuni di essi, quasi a continuazione ed integrazione di quelli raccolti nel suo libro bellissimo, anche nel titolo, I miei maggiori. gli sottoposi una sorta di indice generale, che lui approvò, ma insistette nel rinviare la pubblicazione, praticamente rimandandola a dopo la sua scomparsa, poiché essendo allora “garante”, cioè ispiratore della linea della rivista, non voleva dare l’impressione di esaltare se stesso. Ho ripreso il progetto, quasi tre anni dopo la morte di Sandro». Alessandro Galante Garrone fi nel 1942 fu tra i fondatori del Partito d’Azione a Torino, dopo la cui liberazione nel 1945 entrò a far parte della Giunta regionale di governo e della Giunta consultiva durante l’amministrazione degli Alleati. Da allora era sempre rimasto fedele al filone della democrazia radicale, un’idea da lui sempre sostenuta con l’intensa attività di pubblicista su «La Stampa», «Il Ponte», «L’Astrolabio» e «L’Espresso». Garrone ha accompagnato sempre gli studi giuridici a quelli storici, tanto che questi ultimi finirono per assumere la preminenza e per indurlo a chiedere nel 1963 il collocamento a riposo dalla magistratura (era consigliere di Corte d’Appello a Torino) per potersi dedicare completamente – era già libero docente di Storia Moderna all’Università di Torino – all’insegnamento. Nel dicembre 1993 era stato tra i fondatori dell’associazione “Movimento d’azione giustizia e libertà”. Una denominazione esplicita visto che i promotori del movimento erano partigiani della formazione “Giustizia e libertà” e militanti del “Partito d’Azione”. e proprio a quelle posizioni politico-culturali questa associazione, come lo stesso Alessandro Galante Garrone, intendeva riallacciarsi per farle uscire dall’emarginazione voluta dal regime partitocratico e per riaffarmare e trasmettere il pensiero di Gaetano Salvemini, la critica liberale di Piero Gobetti e il socialismo liberale di Carlo Rosselli.
Data recensione: 06/10/2006
Testata Giornalistica: Il Giornale della Toscana
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