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È uscito finalmente in libreria un carteggio davvero unico e prezioso nella pur impressionante

È uscito finalmente in libreria un carteggio davvero unico e prezioso nella pur impressionante mole degli scritti di Giorgio La Pira: le lettere scambiate con Fioretta Mazzei. Il volume, dal titolo Radicati della Trinità (Edizioni Polistampa, pagine 424, euro 25) raccoglie il loro ricco ed intenso epistolario (433 le lettere di La Pira; 175 quella di Fioretta) che si sviluppa dai primi di dicembre del 1943 prolungandosi fino al 1957.
Nella vicenda biografica di Giorgio La Pira, ormai molto conosciuta ed approfondita in numerose pubblicazioni, c’è tuttavia un periodo, decisivo per gli sviluppi delle sue esperienze successive come per quelli politici ed istituzionali d’Italia, meno noto al grande pubblico. Ed è quello che abbraccia gli ultimi anni della guerra fino agli inizi degli anni Cinquanta, quando la Pira, nel 1951, diventa sindaco di Firenze.
Il 1493 è l’anno della svolta: dopo la caduta del regime fascista, l’Italia conosce, se possibile, un tragico aggravamento della situazione. Un paese provato dalla guerra, sofferente, sbandato, dove non si sa più chi comanda, mentre i tedeschi si preparano all’occupazione diretta e il regime, ancor più inasprito, lascia libero campo alle squadracce che danno la caccia con sistemi spietati agli ebrei perseguitati ed  a qualunque forma di opposizione e di non allineamento al potere. Questo è il clima che si respira anche a Firenze e anche La Pira rientra nel numero dei sospetti, per la sua attività caritativa, di animazione culturale e per la sua impostazione di cristiana libertà nel difendere l’uguaglianza di dignità di ogni uomo. Il clima intorno a lui si è fatto irrespirabile tanto che, proprio nei giorni dell’armistizio dell’8 settembre con gli alleati, i frati di S. Marco ma anche il cardinale Dalla Costa, gli consigliano di fuggire da Firenze, ritenendo più che probabile il suo arresto. La Pira conosce già il luogo e la famiglia che lo nasconderà e fugge a fonterutoli, minuscolo borgo del Chianti, secolare residenza di campagna della famiglia Mazzei, accolto dall’amico Jacopo, che in quei momenti terribili darà rifugio anche ad altri perseguitati, come l’ebreo prof. Finzi. In quei mesi di consuetudine di vita e di preghiera con tutta la famiglia Mazzei, si approfondisce e si consolida l’amicizia spirituale con Fioretta. I due si conoscevano da sempre: Fioretta Mazzei ha raccontato nel suo volume su La Pira di quando, bambina degli anni Trenta, ascoltava le conversazioni tra suo padre e il giovane professorino amico di famiglia. Ora lei ha 20 anni tondi, da qualche tempo frequenta la messa di S. Proloco ma soprattutto un viaggio in treno e poi in calesse da Firenze a Fonterutoli, nel giorno dell’Assunta di quello stesso anno, rivela ad entrambi una sintonia ed una comprensione spirituale -e forse mistica- che da quel momento segnerà indelebilmente la loro vita interiore: la manifestazione della volontà divina per loro ed in loro, al servizio della santificazione di ciascuno e della ricostruzione morale e materiale di una porzione di popolo affidato.
In questi mesi di studio, di preghiera, di prolungate conversazioni nel corso di passeggiate nella campagna circostante il piccolo borgo, la Pira e Fioretta si prendono un preciso impegno reciproco: pregare l’uno per l’altro, in vista delle scelte di vita e dei compiti che la Provvidenza divina vorrà affidare a ciascuno, ma anche per vivere in profondità e per prima cosa il primato di Dio, da cui soltanto discende la fecondità dell’agire nella storia. La Pira resta a Fonterutoli tre mesi finché, ai primi di dicembre, deve fuggire di nuovo, stavolta a Roma, perché ormai il suo nascondiglio non era più tale.
Il loro epistolario inizia allora, continuando per lettera il serrato dialogo di fede e di spiritualità stabilito nei mesi precedenti.
Data recensione: 12/05/2019
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: Giovanna Ini Carocci