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Niccola Monti fu artista pistoiese, che operò intensamente a Pistoia, che ebbe scambi e rapporti con tante personalità

Niccola Monti fu artista pistoiese, che operò intensamente a Pistoia, che ebbe scambi e rapporti con tante personalità pistoiesi. Doverosa quindi questa replica, che riporta questo irrequieto artista, rubricato fra «neoclassicismo e romanticismo», nel suo sorgivo, fondamentale spazio culturale.
Il Monti (1781-1864) riassume un segmento fra i più efficaci di quella cultura artistica toscana, segnata da personalità quali Gian Pietro Vieusseux, Niccolò Puccini, il Giordani, Luigi Sabatelli, il Bezzuoli, Lorenzo Bartolini, il Baccani e il Gambini per l’architettura. Che vive la stagione napoleonica, la restaurazione con Ferdinando III di Lorena, affacciandosi all’aprirsi del Regno d’Italia.
Ma bisogna dire prima dell’Autore: di Roberto Giovannelli (1947) e della sua discreta, feconda e apprezzata presenza in Valdinievole, a Pistoia, a Firenze e per il mondo; della sua arte e della sua scrittura, specchio della sua personalità di studioso. Un profilo costruito attraverso la frequentazione dell’Istituto d’Arte di Pistoia (con Bassi, Bugiani, Vivarelli, Cappellini, Mariotti) e poi all’Accademia di Belle Arti a Firenze con Capocchini e Primo Conti. Che lo vede poi appassionato docente all’Accademia di Carrara, di Bologna e di Firenze (1980-2008); con frequentazioni in Olanda, Svizzera, Austria e Armenia. E ricordare anche questa sua sottile ed efficace capacità di scrittore e indagatore d’archivio.
Proprio da questa sua fortunata curiosità di indagatore di documenti, nasce questo libro e questa ricostruzione, inedita, della figura di Niccola Monti.
Il libro è prefato da Carlo Sisi, col simpatico titolo di Un pittorico ‘corpo a corpo’. Ricordato che la rinascita critica del Monti si deve a Carlo Del Bravo, col suo catalogo Disegni italiani del XIX secolo (1979), Sisi dà atto che «la fisionomia artistica di Niccola Monti ha preso sempre più consistenza grazie alle ricerche e agli approfondimenti documentali e letterari di Roberto Giovannelli che, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, ha instaurato col pittore pistoiese un ‘corpo a corpo’ instancabile e fruttuoso, condotto su più fronti (…) e che il costante scandaglio del Giovannelli ha gettato infatti nuova luce sulla poliedrica personalità dell’artista». Infatti, il Giovannelli, dopo aver pubblicato Dell’arte di disegnare, dipingere, e modellare dal Nudo. Breve trattato del Monti, e un nucleo di quarantatré lettere inviate all’artista da Pietro Giordani dal 1827 al 1848, ha ritrovato a Castiglion Fiorentino, nel Fondo Ghizzi, queste Memorie di un convalescente pittore di provincia. Appunti autobiografici di Niccola Monti, pittore pistojese, scritti dal 1839 al 1841, probabile incunabulo alle rare Memorie inutili pubblicate dal Monti nel 1860.
Appunti preziosi che consentono – autobiograficamente – di ricostruire vicende, sentimenti, rapporti, svolgimenti civili e artistici che ci proiettano nella complessità della società del tempo in cui l’artista operò. La lettura è facilitata da una articolazione per “argomenti” proposta dal Giovannelli per ordinare gli sparsi ricordi del Monti: Errori e Virtù, L’Accademia delle Belle Arti a Firenze, Amori, il Barone Fauchet, Lite con Giuseppe Bezzuoli, Il Concorso del 1806, La Villa di Celle, La Chiesina montalese, e così via, fino al Viaggio a Roma, il Ritratto del Granduca Ferdinando III del 1824, e al Progetto per le lunette dell’Ospedale di Santa Maria Nuova. Come dire, una materia ora cronologicamente dipanata, che può esser facilmente e legittimamente letta come filigrana e profilo umano del Monti.
L’amore non fu materia secondaria per la vita del nostro Artista. Perché se furono di naturale avviamento i sentimenti con la giovane Laurina Amati a Pistoia e con la “Fornarina” (brunetta di carne) a Firenze – che per quest’ultima gli valsero il soprannome di girandolone –, ben più incisivi furono gli incontri con Matilde Malenchini (sua allieva a Firenze), la contessa Eleonora Nencini nata Pandolfini e Louise Grace sposa di Francesco Bartolini: non male, a tacere di qualcun’altra dell’ambiente pesciatino!
Si diceva della pervasività di questi incontri, con i quali si spiegano, con buona probabilità, la stagione romana e quella cortonese.
Semmai, sul piano umano, c’è da ricordare il duro rapporto con la sorella Caterina; la quale, ad esempio, scrive a Niccola nell’ottobre 1820 mentre è a San Pietroburgo: «… veramente vi credevo di un altro cuore, ma mi son ben disingannata, non avrei mai creduto [parlando di se stessa, n.d.r.]… che aveste permesso che se ne dovesse andar di convento per non poter pagare, certo è un bell’onore; e non crediate già che questo ve lo dica per muovervi a compassione…». Ma lasciamo alla sfera privata i legittimi sentimenti del nostro Niccola e vediamone invece, sommariamente, gli eventi e le opere che lo fecero artista apprezzato. A cominciare, cronologicamente, da:
– Ritratto di N. Monti (Stuart Newton, Museo Civico, Pistoia), 1817
– San Francesco in meditazione, Chiesina di Celle, 1825
– Copia della Giustizia (da Giulio Romano), Museo Civico Pistoia, 1814
– Storie della Vera Croce, Soffitto del “Quartiere Nuovo”, Palazzo Pitti, 1816
– Geremia, Pitti
– Isaia, Pitti
– Baruch, Pitti
– Ezechiele, Pitti
– Ritratto di Clemente Rospigliosi, Biblioteca Nazionale, Firenze, 1823
– Ritratto di G.P. Vieusseux (?), 1826
– Bacco e Arianna, Palazzo Borghese, Firenze, 1828
– Dettaglio, vd. sopra
– Bacco e Arianna, Palazzo Sainati a Pescia, 1828
– Ratto delle Sabine, Palazzo Sainati a Pescia, 1828
– Innamoramento di Buondelmonti con la Donati (Ritratto di Camilla Magnani),
affresco in Palazzo Magnani a Pescia, 18292
– Morte del Buondelmonti, Palazzo Magnani, Pescia, 1829
– Dettaglio, vd. sopra
– Castruccio Castracani, Palazzo Magnani, Pescia, 1829
– Ritratto del Marchese Torrigiani, 1830
– La Maledizione di Caino, Basilica dell’Umiltà, 1816
– San Felice che esorcizza un’ossessa, Basilica dell’Umiltà, 1837
– Giovanni Galeazzo Sforza malato, visitato da Carlo VIII, Palazzo de’ Rossi, Pistoia,
1828
– Ritratto del Granduca Ferdinando III di Lorena, Museo Civico, Pistoia, 1824.

Come si vede, bene ha fatto Giovannelli a lavorare sul Monti (artista pistoiese), restituendoci un più equilibrato scenario degli artisti nell’ultima Toscana granducale e il ruolo importante avuto da Pistoia. E noi gli siamo grati anche per questa sua presenza negli studi e nella cultura artistica: Giovannelli è un caro, prezioso ponte fra la Valdinievole, Pistoia e Firenze.
E di questo civilissimo ruolo dobbiamo essergli grati.
Data recensione: 01/04/2018
Testata Giornalistica: Nuova Antologia
Autore: Francesco Gurrieri