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IGINO BENVENUTO SUPINO (Pisa 1858-Bologna 1940) è una di quelle figure—storico dell’arte, studioso, artista, collezionista e uomo di cultura in senso lato—cui la nostra

Un libro sul grande storico dell’arte

IGINO BENVENUTO SUPINO (Pisa 1858-Bologna 1940) è una di quelle figure — storico dell’arte, studioso, artista, collezionista e uomo di cultura in senso lato — cui la nostra città deve moltissimo. All’opera di questo personaggio è adesso dedicato un volume dal titolo «Igino Benvenuto Supino: omaggio a un padre fondatore» curato da Paola Bassani Pacht per le edizioni Polistampa.
IGINO Benvenuto nasce a Pisa nel 1858 da Moisé e Ottavia Levi, famiglia ebrea, colta e benestante. Fin da giovane si distacca dai canoni familiari, innanzitutto — osserva Ilaria Cristallini nella nota biografica — per la carriera scolastica mai conclusa, poi per la passione per l’arte che si manifesta subito come amore per la pittura. A Pisa frequenta con assiduità gli ambienti culturali che hanno nel caffé dell’Ussero uno stabile punto di riferimento. Nel 1889 diventa ispettore dei Monumenti della Provincia di Pisa e notevole è il suo contributo per valorizzare il patrimonio artistico locale. Una delle sue iniziative fu la nascita del Museo Nazionale di San Matteo (1893) il cui patrimonio si era formato principalmente con il passaggio allo Stato delle opere d’arte provenienti dai conventi soppressi dopo la costituzione del Regno d’Italia. Stesso incarico ricoprì anche a Bologna mentre a Firenze fu direttore del Museo del Bargello e a Pisa Conservatore della Pinacoteca. Copiosa la produzione di scritti, studi e opere, delle quali il volume oggi dato alle stampe riporta una lunga e minuziosa bibliografia in ordine crolonologico. Tra questi sono decine i testi di Supino dedicati a Pisa, ancora oggi fondamentali e ricercatissimi da storici dell’arte e collezionisti, come «Il Camposanto di Pisa » (1896), «Il Museo civico di Pisa» (1896), «Arte Pisana» (1904), «L’incendio del Duomo di Pisa» (1907), «La lampada di Galileo» (1893) e altre decine di articoli, scritti e contributi.
NEL 1906 VINCE un concorso pubblico e diventa docente straordinario di storia dell’arte all’Università di Bologna: comincia, per lui che non è laureato, una lunga carriera universitaria che durerà più di 25 anni e che lo vedrà diventare nel 1914 professore ordinario di storia dell’arte medievale e moderna sempre nel capoluogo bolognese. Resterà vittima delle leggi razziali e, allontanato dall’ateneo bolognese nel 1938, morirà nel 1940. Tra il ’48 e il ’50 la famiglia Supino donerà all’Università di Bologna l’intera biblioteca di Igino.
Data recensione: 09/01/2007
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Guglielmo Vezzosi