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Giacomo Puccini, Grazia Deledda, Nietzsche, Kafka. Li conosciamo, li abbiamo visti raffigurati su libri, quadri, stampe. Ma ritratti da Manfredi sembra di vederli per la prima volta: uomini,

L’eccezionale mostra di Manfredi, l’artista fiorentino “controtendenza”

FIRENZE- Giacomo Puccini, Grazia Deledda, Nietzsche, Kafka. Li conosciamo, li abbiamo visti raffigurati su libri, quadri, stampe. Ma ritratti da Manfredi sembra di vederli per la prima volta: uomini, donne, personalità che hanno saputo, e sanno, emozionare, affascinare, e riescono a raccontare la profondità della vita. Sono i trenta dei dell’Olimpo personale dell’artista, i personaggi che costituiscono la sua autobiografia, che hanno contribuito a formare le sue idee, le sue passioni, la sua personalità. Questi ritratti, assieme a 4 paesaggi (tutti acrilici su masonite), fanno parte della mostra “Autobiografia della Memoria”, allestita da oggi fino al 1 ottobre all’Archivio di Stato, voluta da un anonimo mecenate e accompagnata da un libro-catalogo, “Manfredi. Ritratti e aforismi” (edizioni Polistampa).
“Il mio prevalente interesse - dice l’artista fiorentino - è sempre stato per il volto e l’immagine umana, non frutto di una convinzione ideologica ma di una disposizione spontanea naturale primitiva. Questi ritratti non nascono da occasionali presenze, ma da coloro che sono più presenti, che sono una parte di me e dei quali anch’io, nel ritrarli, divento una piccola parte”.
Ecco che passeggiando tra le grandi opere si riconoscono facilmente personaggi famosi del passato, Fernado Pessoa, Koba (meglio conosciuto come Stalin), Bach, Voltaire..., con due eccezioni, Margherita Hack, unico soggetto vivente, e Margherita Raggio, la madre del pittore, colei che lo ha iniziato all’arte e alla conoscenza di tali personalità. Manfredi li ha conosciuti attraverso le loro opere, ha dipinto i musicisti ascoltandone la musica, gli scrittori leggendo le loro pagine, i poeti assaporando i loro versi, attraverso quindi le emozioni che hanno saputo trasmettergli. L’artista, per ritrarli si è dovuto basare su immagini note, ma poi ha saputo renderli “suoi” attraverso i colori, le sfumature, il gesto pittorico, in un’interpretazione personale, dove traspaiono l’emozione e il fascino che i soggetti hanno suscitato in lui.
Data recensione: 09/09/2006
Testata Giornalistica: Il Corriere di Firenze
Autore: Ivana Zuliani