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Nella pieve di San Giovanni Battista al Ponte allo Spino, a Sovicille (Siena), nei giorni intorno all’equinozio di primavera, la luce del sole al tramonto entra dalla finestra

Nella pieve di San Giovanni Battista al Ponte allo Spino, a Sovicille (Siena), nei giorni intorno all’equinozio di primavera, la luce del sole al tramonto entra dalla finestra di facciata ad illuminare l’altare e l’abside: è il simbolo della presenza tangibile di Dio nel tempio a lui dedicato. Così come i raggi di luce che illuminano la cripta della chiesa di Sant’Andrea a Mosciano in Scandicci (Firenze) o quella della pieve dei Santi Ansano e Tommaso in Castelvecchio Valleriana, vicino a Pescia (Pistoia). Le chiese romaniche toscane sono pervase da giochi di luce, effetti scenici densi di un profondo simbolismo a cui Simone Bartolini dedica il volume illustrato Le porte del cielo, edito da Polistampa.
Cartografo dell´Istituto Geografico Militare ed esperto di astronomia, l’autore ha realizzato opere gnomoniche e firmato diverse pubblicazioni, tra cui due saggi sulle meridiane realizzate da Egnazio Danti nella basilica fiorentina di Santa Maria Novella. Sua anche la scoperta, nel 2012, della funzione astronomica del grande zodiaco marmoreo della basilica di San Miniato al Monte. Nel suo ultimo saggio Bartolini veste i panni dell’“archeologo della luce”, conducendoci in un percorso affascinante tra feritoie e rosoni, altari e pilastri di 44 chiese toscane di cui ci è rivelata per la prima volta, anche grazie alle suggestive immagini a colori, la particolare illuminazione, ossia le soluzioni architettoniche e i dispositivi adottati dai costruttori per organizzare lo spazio sacro. L’utilizzo di sofisticati effetti luminosi, l’orientamento degli assi dei luoghi di culto verso il sole che leva o che tramonta in date importanti per il calendario religioso, la predisposizione di aperture dalle quali la luce può penetrare nel momento voluto dell’anno e del giorno e colpire un punto, una statua, una immagine, sono componenti che sottolineano la natura stessa della chiesa come luogo di intermediazione tra la terra e il cielo, tra l’umano e il divino. Il testo, adatto agli appassionati così come ai curiosi, nasce da un lungo studio sul territorio per rivelare un aspetto spesso trascurato nella letteratura sulle chiese romaniche. «Ho voluto ritrovare qualcosa da troppo tempo caduto nell’oblio», spiega Bartolini, «ovvero il simbolismo più profondo che i primi cristiani attribuivano alla luce, in particolare nei giorni della Pasqua, dell’equinozio di primavera o dei solstizi».
Il libro sarà presentato in diverse tappe che toccheranno gli stessi luoghi oggetto dell’indagine: il prossimoa appuntamento è domenica 18 giugno alle 17.30 nella pieve di Castelvecchio in Valleriana a Pescia (Pistoia).
Data recensione: 28/05/2017
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
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