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Andando per metafore, si potrebbe anche sostenere che questo libro è una sorta di vocabolario che ci aiuta a tradurre – e quindi a capire – il linguaggio / messaggio

Andando per metafore, si potrebbe anche sostenere che questo libro è una sorta di vocabolario che ci aiuta a tradurre – e quindi a capire – il linguaggio / messaggio contenuto nelle robuste architetture delle antiche chiese romaniche. E sullo stesso livello si potrebbe scomodare anche il verbo evangelico di Lc 19,40 quando Gesù rimprovera i farisei e afferma che, se anche i suoi discepoli tacessero, “grideranno le pietre”.
Perché le pietre – quelle delle robuste costruzioni romaniche della nostra Toscana – sono vive e parlano il linguaggio della luce solare che è l’emblema stesso della presenza divina che si materializza, per così dire, all’interno di ogni chiesa che è luogo privilegiato dell’incontro fra Dio e l’uomo. Perciò nessuna architettura, nel processo costruttivo di uno spazio sacro, potrà mai prescindere da particolari effetti di luce, siano quelli sull’orientamento degli assi verso il sole che nasce o tramonta in giorni specifici dell’anno o siano le particolari aperture – monofore o bifore, rosoni, a forma di croce – dalle quali la luce può entrare in precisi momenti dell’anno e del giorno.
A noi, figli e nipoti di varie rivoluzioni industriali e oltre, abituati a toccare meccanicamente l’interruttore della corrente quando entriamo in una stanza dopo il calar del sole, sfugge ormai la capacità di comprendere il valore della luce naturale. E neppure riusciamo più a percepire fino in fondo le parole – che ci vengono da secoli lontani – con le quali la Chiesa, durante la veglia pasquale, riattualizza e ci ripropone ogni anno il rito dell’accensione del cero.
Nella prima parte il presente libro ci aiuta a recuperare le parole-chiave del messaggio di luce che ci viene dalle pietre degli edifici romanici e ci introduce in un percorso dove ha grande rilievo il riferimento ai simboli al fine di cercare, fra luci e ombre, porte e absidi, pilastri e colonne, la presenza di Dio nella vita degli uomini. L’A. ci illustra così le caratteristiche iconografiche delle chiese romaniche, i simboli cosmici familiari agli antichi costruttori e la loro conoscenza delle regole astronomiche, le scadenze del calendario liturgico (con la vexata quaestio della data della Pasqua), i punti di levata del sole durante l’anno...
Sono ben 383 gli edifici religiosi pazientemente censiti in tutta la Toscana e curiosamente il loro studio porta l’A. a concludere che non è vera la convinzione diffusa che siano tutti orientati verso est (solo 22 chiese), piuttosto in quasi tutte vi è una correlazione solare diretta che varia da caso a caso e tiene conto di molteplici fattori. Risulta comunque chiaro il simbolismo solare presente in questi luoghi di culto, di più: vi si scopre la precisa volontà da parte dei costruttori medievali di “relazionare l’edificio sacro con la sfera celeste tramite l’impiego di metodi di carattere astronomico” (p. 95). E chi ha una qualche conoscenza di astronomia non potrà non cogliere una sapienza derivata dalla puntuale osservazione della volta celeste e dal movimento del sole così’ da ricreare nelle pietre il “rapporto fra microcosmo e macrocosmo, fra l’Uomo e il suo Creatore” (p. 96).
La seconda parte del libro presenta le schede di 44 chiese romaniche distribuite nell’intera regione e divise per diocesi. Di esse si danno piante, sezioni, orientamento rispetto all’equinozio e ai solstizi, oltre a un corredo fotografico davvero formidabile – la cui acquisizione deve essere stata alquanto complessa – perché ci rappresenta le illuminazioni particolari dei singoli edifici, in particolare gli effetti di luce che vanno a interessare cripte, altari e zone absidali.
Per la diocesi di Fiesole sono illustrate la cattedrale di San Romolo, le pievi romaniche di San Pietro a Romena, di san Pancrazio al Neri, di S. Pietro a Cascia e l’abbazia di San Godenzo; per la diocesi di Firenze il Battistero di San Giovanni, la chiesa di S. Andrea a Mosciano, la pieve di S. Alessandro a Giogoli, l’abbazia dei santi Salvatore e Lorenzo a Badia a Settimo, la basilica di S. Miniato al Monte.
Data recensione: 06/07/2017
Testata Giornalistica: Corrispondenza
Autore: Silvano Sassolini