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I libri di Roberto Giovannelli sono sempre ricchi di documentazioni, anche iconografiche, e indagano aspetti inesplorati o minori di periodi accademici che merita

I libri di Roberto Giovannelli sono sempre ricchi di documentazioni, anche iconografiche, e indagano aspetti inesplorati o minori di periodi accademici che merita più attentamente considerare. È il caso anche di questo volume che, proponendo le Memorie di un convalescente pittore di provincia, e cioè gli appunti autobiografici del pittore pistoiese Niccola Monti, scritta dal 1839 al 1841, offre al lettore un’infinità di immagini e riproduzioni di documenti: utili, certamente, e anche con personale gusto disposti. “Micro scrapts, taccuini di lavoro” infatti è una collana diretta dallo stesso Giovannelli, per la quale - è evidente - lo studioso-pittore spende anche un talento grafico tutto particolare, che lo porta addirittura a inserire fra le pagine suoi disegni o profili che si fondono benissimo con il tutto. “Raffinato studioso e artista” con il “gusto delle rarità culturali” nota in prefazione Simonella Condemi, direttrice della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, sottolineando anche come Giovannelli in questo ulteriore percorso consenta con respiro più ampio di allargare lo sguardo sulla politica culturale toscana in epoca lorenese e nella successiva restaurazione. E ancora nelle pagine di presentazione è Carlo Sisi ad apprezzare che con questa densa ricerca si porti avanti l’indagine critica sull’opera di Niccola Monti, indagine che prese avvio, ricorda, da Carlo Del Bravo nel 1971 in occasione della mostra “Disegni italiani del XIX secolo”. Ed è Roberto Giovannelli in un breve prologo a spiegare al lettore quale sia il suo modo critico e come non intenda avanzare nel perimetro canonico della storiografia artistica o della ricerca filologica e che addirittura come questo lavoro se non proprio il suo rovescio ne rappresenta forse una ludica simulazione. Fatto sta che finalmente possiamo sapere molto di un pittore definito “defilato” o refusé, un artista che dette un contributo alla cultura figurativa in Toscana nella prima metà del XIX secolo, anche se con “punte di qualità e confuse cadute”. Niccola Monti (n. a Pistoia nel 1781 e m. a Cortona nel 1864) frequentò l’Accademia delle Belle Arti di Firenze, dove fece parte dei gruppi artistici spesso presenti in salotti importanti della città, trovando, come attestano le sue Memorie, committenti o momentanee protezioni. L’artista pistoiese ebbe consuetudine con Desmarais, Bezzuoli, Pozzi, Nenci, Pampaloni e fu interlocutore di personaggi come Vieusseux, Gaetano Capponi, Niccolò Puccini, Louisa Grace Bartolini, Matilde Malenchini. Interessanti le notizie sul viaggio in Polonia e in Russia (Mio viaggio nel Nord) e interessante nei suoi scritti biografici l’accenno alla frequentazione del salotto del conte Girolamo Bardi. I molti curiosi aneddoti delle Memorie danno anche un quadro spesso vivo degli anni di trapasso del dopo Napoleone, con la descrizione del viaggio di commissari fiorentini fatto a Parigi (vi partecipò anche Pietro Benvenuti) per il ricupero di opere da riportare a Firenze, o di quello incredibile, con altri più poveri amici, fatto a piedi in inverno dallo stesso Niccola a Bologna: sempre per ammirare opere, per rendersi conto di avvenimenti ecc. ecc. Un libro accattivante per tanti aspetti, anche per quello letterario. Il Monti scrive speditamente e sa rendere conto dei suoi casi con un modo diaristico a cui spesso si accompagnano notazioni critiche utili a capire il suo lavoro di pittore e le problematiche del suo tempo.
Data recensione: 21/03/2016
Testata Giornalistica: Erba d’Arno
Autore: Aldemaro Toni