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Che bello ritrovare Mario Luzi sulla porta della nostra eterna incertezza, che bello ritrovarlo cantore di una Siena irrimediabilmente persa, lontana, un’eco che si confonde

Che bello ritrovare Mario Luzi sulla porta della nostra eterna incertezza, che bello ritrovarlo cantore di una Siena irrimediabilmente persa, lontana, un’eco che si confonde alle preistoriche crete. Ecco la bella uscita editoriale di «Mario Luzi. Un segno indelebile», ovvero «Presenze e incontri in terra di Siena» uscito per le Edizioni Polistampa. C’è una foto che racconta i compagni di viaggio che lo hanno accompagnato nelle nostre strade: Attilio Lolini, Luigi Oliveto, Mario Specchio, Sonia Adorni Fineschi, Carlo Fini e Alceste Angiolini, tutto il microcosmo di una città ricca, nel senso migliore del termine, e gentile: ecco gli scritti che accompagnano questo itinerario, musa incantata è Paola Lambardi, mentre Roberto Barzanti ed altri autori sono le tessere di questo appuntamento con la poesia di Luzi, sui «fondamenti invisibili« che adoperano forma per quei contenuti che ancora per fortuna ci emozionano. Questo libro è la migliore risposta al passaggio dei tempi, delle mode, è allo stesso tempo la più nobile memoria che si organizza, il colpo di coda di quello che eravamo e soprattutto ciò che potevamo ancora essere se non avessimo delegato al nulla il nostro nobile futuro.
Data recensione: 08/12/2016
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Massimo Biliorsi