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Intervistato nell’ultimo numero di "Moderni e Antichi" (pp. 664, euro 30), l’annuario del Centro di Studi sul Classicismo di Arezzo, diretto dal professor

FIRENZE\aise\ - Intervistato nell’ultimo numero di "Moderni e Antichi" (pp. 664, euro 30), l’annuario del Centro di Studi sul Classicismo di Arezzo, diretto dal professor Roberto Cardini ed edito da Polistampa, Luigi Malerba riflette sul diverso rapporto che la scrittura e la televisione instaurano con realtà e finzione, invitandoci a prender coscienza dei nostri pensieri e a capire le nostre reazioni e immaginazioni. Lo scrittore finisce per affermare che in televisione il luogo della verità è il luogo della menzogna, mentre il luogo della finzione è un luogo in qualche modo della verità. "La scrittura è implacabile. Può essere strumento di verifica e di verità per uno scrittore, - afferma l’autore - ma può essere anche strumento di menzogna, che non bisogna confondere con la finzione letteraria. La finzione è la verità dello scrittore, la sua carta di credito. A proposito di verità e di menzogna succede in televisione un fatto curioso di cui mi sono reso conto un po’ di anni fa. Durante la guerra delle Falkland guardavo le sequenze dello sbarco nei telegiornali. Ma mi ero accorto che c’era qualcosa che non mi quadrava del tutto. In quei giorni sono andato in Germania e ho visto quelle stesse immagini con un sottotitolo: "immagini di repertorio". Dunque in Italia venivano trasmesse le notizie della guerra con delle immagini di esercitazioni. Un inganno gravissimo perché i soldati che vanno a fare una esercitazione hanno modi, espressioni ben diverse dai soldati che temono di venire colpiti in una vera azione di guerra. Quindi un inganno atroce e una truffa perché quelle scene di repertorio davano una immagine della guerra totalmente ingannevole". "Questo tipo di inganno lo avete visto anche voi tutti. – aggiunge - Se avete seguito la guerra del Golfo, la guerra nella ex-Iugoslavia, la guerra in Israele o in Cecenia avrete notato che la stessa bomba cade sullo stesso palazzo dieci, venti volte a distanza di molti giorni e la televisione dice "ieri", uno ieri dilatato e falso, immagini sbagliate. Il luogo della verità della televisione è dunque un luogo ingannevole. Per questo dico che quelli che guardano il mondo attraverso la televisione sbagliano. Mentre io sostengo che nella televisione c’è un luogo della verità, ed è quando trasmettono un film di Fellini o un film di Buñuel, perché quella è la verità di Fellini, è la verità di Buñuel, alla quale io posso aderire, posso credere, posso anche non credere, però è la verità che ci propone quell’autore. Quindi in televisione il luogo della verità è il luogo della menzogna, mentre il luogo della finzione è un luogo in qualche modo della verità. Questo per dire quanto è importante non solo per uno scrittore, ma per tutti, avere un rapporto diretto con le cose, non con le "verità" confezionate". E se poi questi consigli ci vengono da Luigi Malerba, che è scrittore e al tempo stesso giornalista e sceneggiatore cinematografico e televisivo e quindi ha una conoscenza anche diretta del mondo della televisione, allora è proprio il caso di credergli. Il periodico "Moderni e Antichi" è stato fondato nel 2003 dal Centro di Studi sul Classicismo di Arezzo che, tra altre innumerevoli attività, sta curando e già pubblicando, sempre presso l’editore Polistampa, l’Edizione Nazionale delle opere di Leon Battista Alberti. L’annuario, distribuito in tutte le librerie d’Italia, permette un approfondimento completo, come s’intuisce dal titolo, del rapporto tra letteratura moderna e classicismo. Ospita sezioni dedicate a grandi personaggi del passato (nell’ultimo numero Leon Battista Alberti e Leonardo Bruni) e dà anche voce a famosissimi scrittori contemporanei. Ecco perché, accanto all’intervento di Luigi Malerba, nel numero appena uscito si trovano quelli di Vincenzo Consolo, Giuseppe Pontiggia e Antonio Tabucchi, che ci raccontano il loro rapporto con i classici e le letture che li hanno influenzati nelle varie età della vita. (aise)
Data recensione: 23/08/2006
Testata Giornalistica: AISE
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