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Sì, se ne era quasi persa la memoria, sebbene nei territori della Rufina e della Valdisieve fosse stato quasi quotidiano cibo delle tavole povere di campagna. Ma ora

Sì, se ne era quasi persa la memoria, sebbene nei territori della Rufina e della Valdisieve fosse stato quasi quotidiano cibo delle tavole povere di campagna. Ma ora Alessandro Sarti, infaticabile animatore dei suoi e dei tempi passati, ce lo ripropone con uno straordinario libro che si intitola appunto “Il Bardiccio!”, edito da Polistampa. Cos’era e cos’è il bardiccio? È un insaccato povero fatto con le carni inferiori del maiale insaporito dal finocchio. Tra l’altro questo prezioso libro gode di una clamorosa copertina disegnata dal grande Staino (i diritti del libro andranno interamente alla Fondazione Tommasino Bacciotti). Un revival dunque, non solo gastronomico ma direi di costume e di vita toscana a cavallo del nostro secolo. La ricerca compiuta da Alessandro Sarti è davvero scrupolosa e complessa. Ricostruisce la vita domestica e la tavola dei ceti più modesti contadini. Fa la storia del bardiccio che era stato più che un semplice alimento ma semmai un elemento di rito domestico e alimentare. Poi Sarti svolge una serie di interviste con le dinastie di macellai della zona. La seconda parte di questo piccolo vangelo gastronomico è costituita dalla raccolta di una ricca serie di ricette in cui il bardiccio entra sia nei primi che nei secondi e perfino nei dessert. Non manca neppure una ricerca filologica sul nome di questo alimento tornato oggi alla ribalta. Grazie caro Sarti della fatica profumata con cui ci dai il buon appetito.
Data recensione: 16/10/2016
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Pier Francesco Listri