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A cinquant’anni di distanza dal famoso viaggio di la Pira in Viet Nam il suo accompagnatore, l’allora venticinquenne Mario Primicerio, ha inteso scrivere quella contrastata

A cinquant’anni di distanza dal famoso viaggio di la Pira in Viet Nam il suo accompagnatore, l’allora venticinquenne Mario Primicerio, ha inteso scrivere quella contrastata vicenda che, quando si svolse, destò tanto clamore ma che oggi è stato pressoché dimenticata. Ed è merito dell’Autore se l’unico serio tentativo di far tacere le armi in Viet Nam oggi lo si può meglio comprendere, nei minimi particolari, attraverso una descrizione dettagliata di quello storico evento. Il volume, impreziosito da una perspicace prefazione di R. Prodi, si snoda attraverso cinque passaggi : storia della guerra in Viet Nam, l’iniziativa di La Pira ( contesto e preparazione), il diario di viaggio dell’Autore, gli sviluppi diplomatici e quel che avvenne dopo. Dal punto di vista storico il saggio di Mario Primicerio, per il tema trattato, è da considerarsi insostituibile sia per l’accuratezza con cui sono stati utilizzati le fonti – molte inedite e che i futuri storici non potranno ignorare – che per la sentita e amorevole partecipazione al protagonista dell’ avventuroso viaggio, per molti versi difficoltoso ma felicemente portato a termine. Pregio del volume è il diario che il Primicerio stese giornalmente a partire dal 19 ottobre 1965 fino al 14 novembre, giorno del rientro in Italia. Centrali sono gli appunti relativi al colloquio che La Pira ebbe con Ho Chi Minh: un dialogo serrato ma a cuore aperto da parte dei due protagonisti. L’obiettivo era per il presidente vietnamita quello di evitare al proprio popolo le sofferenze e le atrocità di una guerra inutile e ingiusta, e per La Pira la ricerca di una soluzione per la pacifica composizione del conflitto. Entrambe le posizioni avevano come fine la cessazione dei bombardamenti e l’apertura di un negoziato di pace. Quindi piena consonanza degli obiettivi da raggiungere. È ormai risaputo che quelle finalità furono frustrate dall’atteggiamento ostile da parte degli Stati Uniti che, utilizzando lo schermo di una stampa cortigiana, fece fallire il progetto. Significative le pagine dedicate all’argomento e, in particolar modo, quelle relative al menzognero inganno ordito dalla giornalista Gianna Preda nei confronti del candido La Pira il quale, in una lettera a Paolo VI definì la triste vicenda un “tradimento” (p. 299) La lettura del volume che il prof Primicerio ha dedicato al viaggio di La Pira in Viet Nam induce a formulare alcune riflessioni che illuminano ancor meglio la statura di questo protagonista della storia del secolo scorso. E’ questo l’anno della “misericordia” indetto da Papa Francesco. Si riscopre in tal modo questa categoria teologica che è centrale e che sta a fondamento di tutto il messaggio evangelico. Una particolare applicazione, se non dominante, della misericordia, è quella di riportarla in politica. La riscoperta della misericordia in politica è un dato di fatto che non può più essere disatteso. La misericordia non si concretizza solo in azioni individuali – penso all’elemosina e al soccorso immediato a favore di quella parte di umanità definita “scarto” da papa Francesco – ma deve animare tutti i settori della vita pubblica. E’ stato scritto che quando la misericordia diventa una componente dell’azione pubblica, allora riesce a condurre il mondo dalla sfera degli interessi egoistici a quella dei valori umani. Proprio per questo la misericordia è un atto politico per eccellenza. Se se ne vuole una conferma è da ricordare come Papa Francesco, seguendo, l’insegnamento di Paolo VI, ha definito la politica “ una vocazione altissima e una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune (Evangelium Gaudium, n. 205) Nell’ottobre del 1986 mons. Tonino Bello, parlando a un gruppo di operatori della politica, ricordò l’azione di G. La Pira il quale pregava contemplando il mappamondo. Per i politici, quelli che si definiscono o che credono di essere cristiani, la misericordia poggia su due assi che sono: Dio e il cielo, l’uomo e la terra. La preghiera di La Pira era diretta al cielo per poi trasferirsi concretamente nella vita dei singoli e in quella più ampia della collettività. La lettura meditata del libro del prof. Primicerio, pur tra i tanti motivi che ne fanno un testo basilare per la conoscenza di quegli avvenimenti oggi purtroppo in parte dimenticati, ci convince che il viaggio di La Pira in Viet Nam fu l’attuazione di una operazione politica che ebbe come pilastro la misericordia. Scorrendo l’esposizione storica, molto precisa e ampiamente documentata che ne fa l’Autore, un elemento da non trascurare è quello che riguarda la assoluta segretezza del viaggio in Viet Nam. L’iniziativa, minuziosamente preparata, fu personale e se qualcuno ne era a conoscenza, l’impresa rimase avvolta nel massimo segreto. La Pira sapeva, per esperienza, che il tentativo di pace che stava per compiere non avrebbe mai ottenuto l’approvazione da parte della gerarchia ecclesiastica, appiattita su posizioni filo americane per via della contrapposizione tra est e ovest. Non lo rivelò nemmeno a Paolo VI, limitandosi soltanto, in una lettera, a dirgli che si sarebbe recato in Polonia, in pellegrinaggio, cui forse seguiva un incerto e improbabile viaggio” fino al punto estremo e tormentato dell’Asia” . L’autonomia del laico La Pira appare evidente. Questa è stata una particolare e originale caratteristica delle sue azioni. Il proposito lo si ritrova in una pagina del suo diario datato 13 settembre 1933 « …io devo fare dell’apostolato, perché Dio me lo comanda ed in tutti i modi mi manifesta questo suo comando: ma il mio apostolato ha un contenuto determinato: dare alle anime il frutto della contemplazione». Quindi nessun mandato specifico da parte della gerarchia ecclesiastica alla quale peraltro non mancò mai di osservarne le direttive e gli orientamenti. Il testo mi ha suggerito queste due riflessioni, ma tanti altri spunti si possono ricavare da questo studio su La Pira al quale è da assegnare nella già ricca bibliografia, un’opera insostituibile per la conoscenza del nostro conterraneo.
Data recensione: 01/01/2016
Testata Giornalistica: Quaderni Biblioteca Balestrieri
Autore: Piero Antonio Carnemolla