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Nella galleria di personaggi costruita attraverso gli articoli pubblicati su «La Nuova Antologia» nell’arco della più che cinquennale colllaborazione alla rivista fiorentina Enrico Serra fa rivivere

Nella galleria di personaggi costruita attraverso gli articoli pubblicati su «La Nuova Antologia» nell’arco della più che cinquantennale colllaborazione alla rivista fiorentina Enrico Serra fa rivivere figure storiche conosciute attraverso lo studio, i documenti, gli scritti, e uomini - diplomatici, giornalisti, scrittori- conosciuti personalmente, spesso in importanti contesti di cui lo stesso Autore è stato protagonista o testimone attento. Basata sulla documentazione diplomatica disponibile, sulla memorialistica, su scambi epistolari, ricordi personali, interviste e conversazioni, la raccolta qui presentata risulta ricca ed interessante.
Tra i profili di insigni giornalisti e scrittori - Magliano, Missiroli, Benedetti, Delfini, Cajumi e tanti altri - spiccano le pagine dedicate a Mario Pannunzio e all’esperienza editoriale-culturale che diede vita a «Il Mondo», la pubblicazione unica nel suo genere perché stava «a cavallo tra il giornale e la rivista», a Elio Vittorini, il cui toccante ritratto mette in evidenza la sua indomita volontà di dar vita a un nuovo giornalismo, a diverse forme di espressione che valorizzassero il ruolo della cultura nella rinascita democratica del Paese e a Gaetano Salvemini, ricordato come un «tutto unico» pur nella sua poliedricità, considerato un grande «maestro di vita civile».
Sono, però, soprattutto i ritratti degli uomini che più direttamente influirono sul corso della politica estera italiana che rivelano e fanno apprezzare il Serra studioso illustre di storia diplomatica e di relazioni internazionali. Tra gli articoli raccolti Sul filo della memoria, infatti, la trattazione di personaggi che hanno fatto la storia della politica estera italiana ed europea, e sono stati protagonisti o comprimari oppure testimoni diretti - ministri degli Esteri, sovrani, presidenti, diplomatici - costitutisce per Serra l’occasione per guardare da un angolo visuale diverso avvenimenti fondamentali per la storia delle relazioni internazionali e per indurre il lettore, sempre con una prosa fluida e gradevole, a riflessioni profonde. Di Visconti Venosta, a più riprese ministro degli Esteri italiano, sottolinea il coraggio e le capacità diplomatiche che diedero alla politica italiana «un più solido, utile e concreto indirizzo» e favorirono, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, quell’ampio ravvicinamento politico-diplomatico alla Francia che fu di essenziale importanza per gli equilibri europei alla vigilia della Prima guerra mondiale. Così di Carlo Sforza, un altro ministro degli Esteri che catalizzò su di sé grandi critiche, Serra delinea un rapido, vivo profilo riconoscendone le grandi doti diplomatiche e le rilevanti intuizioni politiche.
Particolarmente interessanti ed incisivi sono, poi, gli articoli dedicati ad alcuni diplomatici, come Manlio Brosio, Leonardo Vitetti, Paolo Vita Finzi, attraverso i quali si raccontano e commenatano eventi drammatici per il nostro Paese: dai preziosi appunti di Vitetti dal luglio 1939 al dicembre 1941, che testimoniano dello schieramento dei principali diplomatici italiani attorno a Ciano nel tentativo di impedire che l’Italia venisse trascinata in guerra, allo scambio di lettere con Vita Finzi da cui sono tratte acute meditazioni su avvenimenti degli anni Trenta e Quaranta, relativi al fascismo e ai suoi protagonisti, fino all’articolo dedicato a Brosio dove viene descritto come lo stesso Autore potesse presenziare nel 1955, a Londra, alla stipula del sofferto Memorandum d’intesa che restituì Trieste e la zona A all’Italia.
Va infine menzionato l’originale articolo, del 1952, che l’Autore dedica a Vittorio Emanuele III. Attraverso due rapporti diplomatici inglesi - inediti - e, tra gli altri documenti, un resoconto dell’ambasciatore francese a Roma, Camille Barrère, sono messe in evidenza le doti di acuto e intelligente diplomatico del sovrano, del quale però non viene taciuto il «dramma» politico che alla fine doveva travolgerlo, «di cui egli fu elemento attivo, non vittima o succube».
Data recensione: 01/02/2006
Testata Giornalistica: Rivista di studi politici internazionali
Autore: Loredana Guglielmetti