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I membri dei Consigli comunali e delle Giunte, le maggioranze, i programmi, i sindaci, ma anche i problemi di Firenze dall’Unità dal fascismo, e le scelte effettuate

I membri dei Consigli comunali e delle Giunte, le maggioranze, i programmi, i sindaci, ma anche i problemi di Firenze dall’Unità dal fascismo, e le scelte effettuate dalle amministrazioni che si sono succedute in materia, ad esempio, di urbanistica, bilancio, imposizione fiscale, cultura, assistenza. Di particolare interesse appaiono gli anni 1865-1870, quando profonde trasformazioni segnarono la vita politica, sociale e amministrativa di Firenze perché al trasferimento della capitale si unì l’adozione da parte della Toscana della nuova legge sugli enti locali promulgata il 20 marzo 1865. Questi due aspetti, infatti, influirono potentemente sugli assetti politico-istituzionali della città e sulle strategie locali e nazionali del suo ceto dirigente. Stabilendo,infatti, principi censitari più elastici e il criterio della capacità, la legge mirò ad allargare, di fatto, a nuove categorie sociali l’accesso al potere locale. Il Comune si confermò la sede in cui tutelare i propri interessi, ma divenne anche il punto di partenza di una carriera pubblica che dava accesso alla scena nazionale. Dal 1865 si assiste, dunque, a un duplice graduale cambiamento che riguarda la vita municipale toscane e, in particolare quella del capoluogo: da una parte, l’amministrazione locale, oltre ad aumentare quantitativamente, mutò la sua composizione, aprendosi a nuovi ceti sociali provenienti dal mondo delle professioni liberali, del commercio, dell’industria e della finanza; dall’altra, il governo cittadino dovette affrontare e gestire una molteplicità di interessi sempre più differenziati e complessi. Un aspetto di novità fu inoltre rappresentato dal Consiglio comunale, che la nuova legge valorizzava ulteriormente come il principale organo dell’amministrazione municipale. La sua consistenza numerica risultava, infatti, triplicata: dai venti membri previsti dalla normativa del 1859 si passava ora a ben sessanta consiglieri, che duravano in carica per cinque anni e si rinnovavano per un quinto anno, conservando sempre la rieleggibilità. 
Data recensione: 01/07/2016
Testata Giornalistica: Le Carte e la Storia
Autore: Daniela Manetti