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I temi e le competenze relativi alla pianificazione strategica occupano un posto di rilievo all’interno degli interessi della geografia, sebbene nel caso italiano il coinvolgimento

I temi e le competenze relativi alla pianificazione strategica occupano un posto di rilievo all’interno degli interessi della geografia, sebbene nel caso italiano il coinvolgimento diretto dei geografi in gruppi di lavoro impegnati nella pianificazione sia probabilmente meno frequente di quanto si registri in altri paesi oppure meno direttamente conosciuto. Per quanto, infatti, non siano pochi i geografi italiani che lavorano su casi concreti di pianificazione di vario genere, i numerosi contributi che appaiono sul tema in saggi e riviste di geografia risultano spesso riferiti all’evoluzione metodologica del tema o alla descrizione critica di piani e programmi.
In questo caso, la pubblicazione del volume a cura del LaGeS (Laboratorio di Geografia Sociale, Dipartimento di Studi Storici e Geografici dell’Università di Firenze), frutto dell’efficace lavoro di un gruppo multidisciplinare coordinato da Mirella Loda, consente di confrontarsi direttamente con l’elaborazione di un Piano strategico che si misura, a sua volta, con i vincoli di un paese in via di sviluppo e di un contesto – è superfluo dirlo – di elevata difficoltà quale quello afghano. Il progetto, avviato nel 2011 e che ha portato alla realizzazione dello Herat Strategic Masterplan, è il risultato di una quasi decennale collaborazione tra l’Università di Firenze, il Department for Urban Development dell’Università di Herat e la locale amministrazione municipale, oltre che del supporto ottenuto dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri italiano. Un precedente piano regolatore per la città risaliva al 1963, costruito a sua volta su un progetto tedesco degli anni Trenta.
Con circa 500.000 abitanti e principale polo urbano della parte occidentale dell’Afghanistan, a poca distanza dal confine con l’Iran a ovest e con il Turkmenistan a nord, Herat è un nodo storico delle comunicazioni tra l’Asia centrale e il mondo persiano ed è tuttora una città multietnica, con residenti di lingua persiana, pashtun e turkmena.
Il ruolo della struttura fiorentina (già prima del lancio del progetto di piano) è stato quello di contribuire a costruire un efficace apparato conoscitivo dello spazio urbano di Herat. La mancanza di un quadro aggiornato di dati sociali di base, infatti, emergeva come una delle principali difficoltà, in una situazione nella quale le analisi territoriali prevalenti sono ispirate a considerazioni di natura politico-militare, che tuttora continuano a caratterizzare la visione del territorio afghano e della sua persistente instabilità. La costruzione di conoscenza territoriale è peraltro già in sé un obiettivo del processo di pianificazione strategica, oltre che la base per gli scenari e i documenti di progetto. Il ragionamento geopolitico resta comunque implicito in un territorio dove è presente l’esercito italiano.
Tra gli scenari delineati dal Piano, la posizione geografica e uno storico knowhow commerciale consentono di individuare per Herat, nel quadro delle politiche dei trasporti, possibilità legate allo sviluppo della città come nodo internazionale di comunicazioni tra Medio Oriente e Asia meridionale. Inoltre la posizione vicina all’Iran ha garantito una relativa maggiore sicurezza negli anni della crisi alla provincia di Herat, creando peraltro le condizioni per una rapida crescita urbana nell’ultimo decennio, evidenziatasi anche durante il regime dei Talebani.
Tra gli obiettivi del Piano, oltre alla costruzione dell’apparato analitico, vi è stata l’esigenza di costruire – coerentemente con l’impianto teorico della pianificazione strategica – uno strumento di programmazione dotato di linee-guida a medio e lungo termine, in grado di generare ulteriori sviluppi sul piano operativo, di consentire il governo della crescita urbana e di contribuire al tempo stesso alla costruzione di uno spazio orientato alla convivenza civile, in una visione fondata sulle specificità locali e su un approccio multidisciplinare attento alla sostenibilità e alla condivisione sociale degli obiettivi.
Il lavoro di base del Piano è stato affidato a un team che opera presso il LaGeS. La raccolta dei materiali e della documentazione esistente si è svolta presso l’Università di Herat grazie a una ricerca ad ampio spettro che ha riguardato le famiglie, la mobilità, la proprietà e i valori immobiliari, i servizi urbani, il patrimonio culturale tangibile e intangibile. Il LaGeS ha elaborato le proiezioni demografiche al 2051 e la fotointerpretazione da satellite dell’uso del suolo (con una cartografia digitale aggiornata al 2011). La costruzione dei dati di base sul piano delle dinamiche socio-demografiche è stata uno dei principali risultati della cooperazione tra le Università di Firenze e di Herat. La formazione dello staff che ha partecipato al lavoro è stata curata anche nell’ambito del Master in Urban Analysis and Management dell’Università di Firenze. Il piano strategico non si propone la scrittura di piani operativi dettagliati, ma l’identificazione di linee strategiche il più possibile condivise, che possano costituire il preambolo per successivi piani operativi. L’elaborazione degli scenari è stata illustrata e discussa nell’ottobre 2012 in un forum pubblico, in presenza di una società civile molto attiva, caratterizzata da un alto numero di istituzioni e associazioni culturali. Non è possibile riportare qui le numerose suggestioni che questo lavoro lascia emergere. Pur nell’impossibilità di un confronto diretto con una realtà difficile da cogliere se non sul terreno, nel lavoro si riscontrano la ricchezza del corredo grafico e cartografico, la chiarezza della parte analitica e il collegamento tra questa e le varie sezioni del Masterplan. La Herat di cui si legge nel Piano – descritta dall’interno con grande efficacia – è una realtà che appare dinamica e con possibilità diffuse sul piano degli interventi operativi futuri.
Data recensione: 01/10/2014
Testata Giornalistica: Bollettino della Società Geografica Italiana
Autore: Rosario Sommella