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I ricami di Boetti, intessuti con l’ago della bellezza e il filo della poesia, sono sì semplici da apprezzare nella loro perfezione e squadrata evidenza, ma proprio per questo

I ricami di Boetti, intessuti con l’ago della bellezza e il filo della poesia, sono sì semplici da apprezzare nella loro perfezione e squadrata evidenza, ma proprio per questo universali e assoluti, nel senso filosofico del termine. E non è un caso che Cristina Acidini abbia scelto di inaugurare la propria presidenza all’Accademia delle Arti del Disegno, con una mostra dedicata ad un artista che definisce «un intuitivo, autentico profeta, che oggi sarebbe forse un ambasciatore di pace fra i popoli di questo tormentato pianeta». Come dimostrano le sue due grandi ‘Mappe’, scelte per accogliere nel Salone dei Cinquecento, il forum internazionale dei sindaci ‘Unity in diversity’. Dopo le grandi retrospettive internazionali che l’hanno consacrato come uno dei grandi maestri del XX secolo, Cristina Acidini ha perciò voluto organizzare una mostra incentrata sui ‘pensieri’ che l’artista fece ricamare fin dal 1971 dalle donne afghane. E infatti nel marzo di quell’anno che Boetti intraprende il primo viaggio a Kabul, recandosi poi in Afghanistan almeno due volte l’anno, fino al 1979. La mostra ‘Alighiero Boetti. Il filo del pensiero’ curata da Luca Tornio e aperta ieri resterà visibile ad ingresso libero nella sala delle esposizioni dell’Accademia fino al 20 maggio e aperta ieri alla presenza di Eugenio Giani, è arricchita dalle immagini delle ricamatrici realizzate dalla fotografa americana Randi Malkin Steinberger, la mostra è dedicata non a caso ad Andrea ‘Bobo’ Marescalchi, mancato pochi mesi fa, che è stato uno dei più importanti artisti contemporanei fiorentini nonché l’ultimo assistente di Boetti. «Un’Accademia come la nostra - ha detto Cristina Acidini - non può che riconoscersi in un processo che vede protagonista il Disegno, dallo schema progettuale all’ultimo punto dato sulla stoffa, in quel profondo riconoscimento del lavoro umano che Alighiero Boetti ha saputo elevare al livello della più alta espressione dell’arte». «In un momento storico molto difficile, con una geografia geopolitica tesissima e conflitti latenti pronti a esplodere - ha detto il sindaco Dario Nardella - le opere di Boetti diventano icone di un mondo multiforme, poliedrico, colorato e trasformista, e ci spingono a interrogara sul passato e soprattutto sul nostro futuro. Mappe e opere che tracciano sentieri di conoscenza e aprono orizzonti lontani eppure vicinissimi a noi».
Data recensione: 15/04/2016
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Costanzo Maurizio