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“Guido Spadolini. La ricerca del segno”. È il titolo di una mostra dedicata all’opera grafica dell’incisore fiorentino, promossa dall’Accademia delle Arti del Disegno e

“Guido Spadolini. La ricerca del segno”. È il titolo di una mostra dedicata all’opera grafica dell’incisore fiorentino, promossa dall’Accademia delle Arti del Disegno e dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia, cui appartiene - per lascito testamentario del figlio Giovanni - la maggior parte delle opere esposte: una quindicina di disegni preparatori, novanta incisioni e una scelta di fotografie: un’attività intensa compresa fra 1909 e 1932.
L’esposizione è liberamente visitabile nei locali dell’Accademia, in via Ricasoli 68, dal 6 al 29 giugno: omaggio a chi in quei luoghi era di casa, dal momento che Guido Spadolini fu eletto Accademico Ordinario dalla stessa Accademia delle Arti del Disegno nel 1939 e dall’anno successivo ottenne l’incarico di assistente alla cattedra di Incisione all’Accademia delle Belle Arti di Firenze.
Solo pochi cenni biografici dell’artista. Nato a Firenze nel 1889, diplomato in ragioneria senza particolare passione per i conti, assecondò la vocazione per l’arte seguendo i corsi di Tito Lessi, rientrato dalla Francia nel 1896 con la fama di “squisito pittore di genere”. È forte in Guido, nella produzione di disegni e acqueforti, l’influenza di Giovanni Fattori e della scuola macchiaiola.
Riprende l’attività dopo la guerra; legato da stretta amicizia con Vittorio Alinari; prende parte a numerose esposizioni nazionali e internazionali; lavora a contatto con artisti quali Plinio Novellini, Primo Conti e il giovane Pietro Annigoni. Capitano della Croce Rossa Italiana nel secondo conflitto mondiale, muore mentre presta soccorso ai feriti, l’11 marzo del 1944, sotto i bombardamenti alleati nella zona del Romito a Firenze, meritando la medaglia d’oro al valor civile alla memoria.
Alle origini della mostra sta un paziente lavoro di ricerca compiuto due giovani; Benedetta Rindi e Mirko Cecchi, autori di una tesi di laurea dell’Accademia di Belle Arti, sotto la guida di Rodolfo Ceccotti. Un impegno minuzioso, che è consistito nella ricerca del materiale e nel suo riordino, nella catalogazione e misurazione delle opere, nella descrizione delle tecniche e nel recupero dei disegni preparatori se ancora esistenti, annotando altresì tutte le notizie riguardanti ogni singola stampa e ricostruendo date ed eventuali tirature.
Il bellissimo catalogo, a cura della nipote di Guido, Maria Donata Spadolini, edito da Polistampa, accompagna mirabilmente alla visita della mostra e consente di apprezzare anche da parte dei non addetti ai lavori quelle tecniche artistiche sopraffine. I testi precedono le immagini: tutte le opere sono riprodotte, disegni e incisioni, talora affiancate dalle matrici. Gli scritti sono di Francesco Adorno, Cosimo Ceccuti, Maria Donata Spadolini, Carlo Sisi, Rodolfo Ceccotti, benedetta Rindi e Mirko Cecchi…
Data recensione: 01/05/2006
Testata Giornalistica: I ‘Fochi’ della San Giovanni
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