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Non può essere dimenticata, non dovrà essere mai dimenticata, perché nessuno, assolutamente nessuno, ha fatto per Firenze quello che ha fatto l’ultima dei Medici, l’ultima grande

Non può essere dimenticata, non dovrà essere mai dimenticata, perché nessuno, assolutamente nessuno, ha fatto per Firenze quello che ha fatto l’ultima dei Medici, l’ultima grande principessa toscana, Anna Maria Luisa (o Ludovica, o Aloysa) nata dal matrimonio tra il granduca Cosimo III e Marguerite Louise d’Orleans, Elettrice Palatina perché sposata con l’Elettore di casa Wittelsbach morto nel 1716. Sorella del granduca Gian Gastone, quando scomparve il fratello, le toccò un compito difficile e ingrato, di mettere la parola “fine” al lungo potere esercitato dalla sua dinastia e traghettare il granducato dal governo mediceo a una dinastia straniera - i Lorena - ai quali la Toscana era stata data dalle grandi potenze europee. Anna Maria Luisa non poteva opporsi e dovette cedere il governo, ma non volle cedere il patrimonio d’arte che la sua famiglia aveva commissionato e collezionato per secoli, e che doveva restare a Firenze.
C’era infatti la consuetudine che una dinastia subentrante si prendesse anche i beni (gli oggetti di valore, le collezioni d’arte, gli arredi della reggia) di quella precedente, e per evitare che la reggia fiorentina fosse praticamente “saccheggiata” dai nuovi arrivati, l’Elettrice ricorse a un espediente testamentario, al quale, si dice abbia pensato per alcuni anni, scoprendo infine la giusta scappatoia giuridica.
È quanto Anna Maria Luisa stabilì con il successore Francesco Stefano di Lorena con una “convenzione” passata alla storia come “Patto di Famiglia”, in base alla quale l’Elettrice trasferiva al nuovo granduca tutti i beni dei Medici perché se li godesse, a patto però che non portasse via nulla fuori di Firenze. Trasferiva tutto a condizione che “quello che è ornamento dello Stato, per utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri, non ne sarà nulla trasportato, o levato, fuori della Capitale e dello Stato del Granducato”. Si deve a questo Patto se Firenze ha lo straordinario patrimonio di capolavori d’arte che tutto il mondo ammira. Maggiori particolari su questo eccezionale “regalo” nonché sulla vita di Anna Maria Luisa de’Medici, si possono leggere negli atti delle celebrazioni avvenute in Palazzo Vecchio e ora raccolti in un volume di Polistampa, a cura di Anna Valentini, con contributi di Cristina Acidini Luchinat, Stefano Casciu, Marilena Mosco, Mario Augusto Lolli Ghetti, Alberto Bruschi, Renate Wendt, Mina Gregori, Cecilia Filippini, Christian Costantini, Sauro Bertinelli, Ottaviano de’Medici di Toscana di Ottajano.
Data recensione: 01/05/2006
Testata Giornalistica: Toscana qui
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