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A quasi quarant’anni dalla sua morte don Milani continua ad affascinare e a interessare per quella figura di rivoluzionario pedagogo e sostenitore della non violenza. Il fascino è così forte da

A quasi quarant’anni dalla sua morte don Milani continua ad affascinare e a interessare per quella figura di rivoluzionario pedagogo e sostenitore della non violenza. Il fascino è così forte da valicare i confini nazionali, così che uno scrittore austriaco, Othmar Eiterer, ha sentito la necessità di raccontare la vita del priore di Barbiana nel suo nuovo libro, edito da Polistampa, La morte di Lorenzo Milani, presentato lo scorso venerdì nella sede del consolato tedesco di Firenze. Lo scrittore salisburghese, ma toscano d’adozione, visto che da tempo vive gran parte dell’anno a Montecatini Val di Cecina in provincia di Pisa, ambienta il romanzo nell’ultima notte prima della morte di don Milani nella casa della madre a Firenze dove tra l’incoscienza della malattia viene visitato da alcuni personaggi che rappresentano figure fondamentali della sua vita e permettono a Eiterer di ripercorrere e mostrare le idee più importanti del prete “sovversivo”. Così al capezzale di Lorenzo si presentano l’ex compagno di seminario incapace di capire la rinuncia di don Milani ai privilegi che la sua posizione per nascita e cultura gli offriva e uno dei cappellani militari che, nel 1965, avevano citato in giudizio il priore di Barbiana per la sua difesa dell’obiezione di coscienza. Riceve anche la visita di un cardinale che rappresenta la gerarchia vaticana con la quale Milani si è sempre scontrato per il suo metodo di insegnamento così distante dall’ortodossia ufficiale e, per ultimo, si affaccia nella stanza del prete morente uno dei suoi “ragazzi” che dimostra, discutendo alla pari con lui nel dialogo, qual è stata l’importanza del suo lavoro di insegnante e maestro. La forma del racconto molto simile a un testo teatrale per il susseguirsi di dialoghi o monologhi, così lontana dallo stile delle biografie permette, senza dilungarsi in particolari ininfluenti, di mettere in luce tutti i punti salienti del pensiero di don Milani, offrendo a chi non lo avesse mai incontrato, un modo diverso di comprendere l’importanza di questo “prete di montagna” per l’avanzamento della società italiana negli anni ’60. Una particolarità del libro è che, nonostante sia stato scritto in lingua tedesca, è pubblicato prima in Italia perché una casualità ha voluto che Eiterer trovasse a Salisburgo Sandra Misiani che si è proposta di tradurre il racconto particamente in contemporanea alla sua stesura.
Data recensione: 09/05/2006
Testata Giornalistica: Il Corriere di Firenze
Autore: Tommaso Chimenti