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A volte Firenze è così chic da voler quasi nascondere i propri capolavori. In tal senso il grande attore Gabriele Lavia dice: «Perfino la Pergola

La scoperta. Un libro di Polistampa

A volte Firenze è così chic da voler quasi nascondere i propri capolavori. In tal senso il grande attore Gabriele Lavia dice: «Perfino la Pergola, dal di fuori, non dà certo l’idea di quello che in realtà è: uno dei più straordinari teatri classici del mondo. Dall’esterno il Teatro Massimo sembra fare di tutto per confondersi con gli altri edifici che ci sono in via della Pergola».
E proprio in via della Pergola, pressoché sconosciuto anche agli stessi fiorentini, sorge il meraviglioso Ospedale dell’Orbatello: si tratta di una tra le più antiche istituzioni caritative fiorentine, che fu allo stesso tempo centro vivo di committenza artistica e scrigno di un importante patrimonio in parte ancora presente nel complesso. Adesso a spiegarne la vicenda e i capolavori arriva un prezioso libro, “L’Ospedale di Orbatello. Carità e arte a Firenze” a cura di Cristina De Benedictis e Carla Milloschi (edizioni Polistampa). Situato nella parrocchia di San Pier Maggiore, il complesso fu realizzato nel Trecento da Niccolò di Jacopo degli Alberti, mercante e banchiere fra i più ricchi d’Europa. Accoglieva perlopiù donne povere, derelitte, prive (“orbate”) dell’assistenza dei congiunti. Dal 1401 fu gestito dai Capitani di Parte Guelfa, e divenne ben presto un punto di riferimento significativo degli enti assistenziali della città, arricchendosi di opere di scultura, pittura e miniatura. Tra questi il trittico con “L’Annunciazione tra San Nicola e Sant’Antonio abate” dipinto da Giovanni del Biondo tra il 1372 e il 1376. Ancora: opere di Giovanni di Francesco Toscani che risalgono ai primi del Quattrocento. Molto attiva fu anche la bottega di Domenico Ghirlandaio. L’Orbatello subì ampliamenti e cambi di assetto sia ai tempi dei Medici che in quelli successivi della dinastia lorenese. Nel 1888 l’edificio, acquistato dal Demanio, divenne prima clinica dermosifilopatica, quindi dermatologica, e dal 1936 istituto fotoradioterapico dell’Università di Firenze. La chiesa è attualmente adibita a biblioteca universitaria, mentre nell’antico ospedale rimodernato ha sede la Clinica di Dermatologia, dipendente da Santa Maria Nuova.
Data recensione: 27/12/2015
Testata Giornalistica: La Repubblica
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