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Tra le iniziative promosse per ricordare a venti anni di distanza la scomparsa del grande statista fiorentino, vi è stato un importante convegno organizzato a Carrara nel giugno 2014 su proposta della locale Cassa di Risparmio.

Tra le iniziative promosse per ricordare a venti anni di distanza la scomparsa del grande statista fiorentino, vi è stato un importante convegno organizzato a Carrara nel giugno 2014 su proposta della locale Cassa di Risparmio. L’evento, realizzato anche grazie al supporto della Fondazione Spadolini Nuova Antologia ha rappresentato un’occasione di riflessione e di conoscenza sulla sua molteplice attività di storico, giornalista, politico e uomo delle istituzioni. Questo agile testo ne raccoglie gli atti, con l’aggiunta di due discorsi inediti pronunciati da Spadolini, allora Ministro della Difesa, a Carrara nel 1986 in occasione delle celebrazioni del quarantennale del referendum che sanzionò la nascita della Repubblica. Gli interventi sono realizzati da storici e specialisti di spicco del panorama nazionale, alcuni dei quali, come Cosimo Ceccuti e Sandro Rogari, hanno avuto la fortuna di poter collaborare con Giovanni Spadolini. Attraverso le loro parole vengono presentati i molteplici lati di una delle maggiori personalità del Novecento che ha operato nel nostro Paese: lo storico, il politico, il giornalista, l’uomo di cultura e, prima fra tutte queste figure a mio avviso, statista. Questa parola, così carica di significato, pathos e di responsabilità, eppure così rara da trovare nell’attuale quadro politico italiano.
Laureato in Giurisprudenza nel 1947, nonostante i genitori avessero prospettato una carriera da avvocato, Spadolini a soli trenta anni lo troviamo direttore del “Resto del Carlino”. Direttore del Corriere della Sera nei difficili anni della contestazione, titolare della cattedra di Storia Contemporanea nel’ateneo fiorentino, i giovani sono sempre stati al centro del suo interesse e del suo impegno culturale, politico e civile. Fedele, sempre agli stessi principi che ispiravano i suoi studi come la sua azione, “laico” nel senso più puro del termine, ha sempre concepito la politica come servizio pubblico e devozione allo Stato. Nelle parole di quello che è stato al tempo uno dei suoi allievi, Cosimo Ceccuti, scorgiamo la grandezza e il senso dello stato del suo maestro. Nel 1972 diventa presidente della Commissione istruzione del senato e rivitalizza l’Università, sostenendo le misure urgenti del decreto legge del 1 ottobre 1973. Nel 1974 è chiamato al governo da Aldo Moro e fonda il Ministero per i beni culturali e ambientali. Nel corso degli anni diverrà ministro della Pubblica Istruzione nel governo Andreotti, segretario nazionale del partito repubblicano e poi capo del governo, il primo non democristiano della storia della Repubblica. Ancora ministro della difesa e infine presidente del Senato.
Un altro illustre ex allievo, Sandro Rogari, presenta la carriera accademica di Spadolini, analizzandone la sua costante azione per lo sviluppo dell’università italiana, prima come professore e in seguito alla guida del dicastero della pubblica istruzione. Lo studio della storia ha sempre rappresentato come ben riesce ad evidenziare questo testo, una costante in tutta la sua vita sin da quando, nei primi anni di scuola, scriveva biografie di personaggi storici. Inoltre i temi scelti per le sue indagini muovevano dal tentativo di rispondere a questioni di lungo periodo che investivano la realtà politica e sociale dell’Italia repubblicana.
Di grande spessore anche la trascrizione nella parte finale del volume, dei due discorsi pronunciati dallo statista fiorentino in occasione delle celebrazioni del quarantennale del referendum del 1946.
Un testo agile e ben leggibile che con grande lucidità offre ai lettori una riflessione riguardo uno dei protagonisti della vita politica e culturale dell’Italia del ‘900.
Data recensione: 01/08/2015
Testata Giornalistica: Camicia Rossa
Autore: Alessio Pizziconi